Li vedete lì, bellini bellini, e vedete cuoricini e copertine di libri e recensioni che splendono, quasi accecano. E quei nomi: altisonanti, poetici, mistici, ma soprattutto colti. Sono i gruppi di lettori sparsi nel magico mondo virtuale.
Ah, che meraviglia poterci entrare.
Ecco, ci siete: siete entrati, fedelmente guidati dalla stella cometa facebookiana, e vi accolgono come se, per tutta la vita, avessero cercato proprio voi e, in lontananza, quasi in un clima da tramonto estivo, vi appare questa immagine:
Varcate il portone dorato e troverete ad attendervi un bellissimo tappeto rosso ricamato a mano con fili d'oro. Osservate, leggete, sfogliate post.
E, nell'immediato, vi accorgete di quanto si vogliono bene là dentro. Di quanto si rispettano. Quanti cuoricini partono che pare di essere in cardiologia. Un giorno quei cuori saranno pure per voi, per le vostre belle recensioni, per le vostre parole. Stanno per nascere nuove amicizie basate sull'ammmore per i libri, nate dalla cultura, perché, si sa, chi legge ha una marcia in più. è più sensibile.
Che bel quadretto, commovente: da incorniciare. Ma che bello.
Che bello un cazzo!
Iniziamo dall'inizio che sarà, poi, l'inizio della fine.
Non è vero che leggere rende sempre le persone migliori. Eh no, conosco merde che leggono in continuazione (così almeno dicono): merde erano e merde son rimaste.
Vediamo, a titolo solo esemplificativo senza pretesa di completezza, le principali caratteristiche degli adorati gruppi.
1) L'ADORAZIONE. Noterete, già dai primi attimi del vostro ingresso una strisciante e abnome adorazione per un membro del gruppo, scelto così ad minchiam, sembrerebbe. Già, ho una sorta di repulsione per l'adorazione che, di solito trasforma le persone in tappetini welcome, figuriamoci poi se basata sul nulla. E l'adorato in questione, gongola e gongola e qualunque cosa lui dica sarà cosparsa da miliardi di cuori, e di mi piace, e da un assordante oh collettivo di meraviglia. E ti vien voglia di intervenire e gridare: Ripigliatevi! l'adorato ha detto solo "sono andato in libreria" (che, volendo, ci possono andare tutti) o, al limite, ha detto "Buongiorno" che, vi assicuro è facilissimo da scrivere anche se non siete gli Unti da Sacro Signore di Facebook.
2) I SAPIENTI. Te li immagini impossibilitati quasi a vedere la tastiera perché sommersi da montagne montagne e montagne di libri. Nella tua mente li costruisci come esseri denutriti ché le parole dei libri han poche calorie, si sa. Parlano poco e quando parlano non lo fanno per interagire, ma solo per far sapere quanto la loro conoscenza sia vasta. Loro sono sentenze, verità assolute. Conoscono tutti gli scrittori del mondo, anche quelli di Marte e tutti i libri, anche e soprattutto quelli fuori catalogo e, chiaramente, anche quelli non ancora pubblicati. Un po' viene il dubbio - ma io non sono sensibile, ho già detto - che, di fatto, siano i googlatori più veloci del mondo, ma è un dubbio cattivo. Conoscono tutta la vita, compresa quell'età incerta che è la pubertà, dell'ultimo scrittore dimorante nell'ultimo villaggio della nera Africa e, naturalmente, l'hanno letto. In originale, ovviamente.
3)LE LIBRERIE. Ci son quelli che amano le foto, niente di male per carità. Ma se chiedi loro: che libro stai leggendo? E loro rispondono postando la foto della propria libreria ti viene naturale chiederti che non abbiano capito la domanda. Allora ci riprovi e, magari, chiedi, se preferiscano la carne al sangue o di media cottura e loro postano, di nuovo, la foto della libreria, ma da altra angolazione, ti girano eccome se ti girano. E ti girano anche se pubblicano, per dire, la foto della libreria della casa al mare. E va bene che la libreria in oggetto è ordinata, in ordine alfabetico e/o per autore e/o colore e tremendamente immensa soprattutto se fai il raffronto con la tua che, allo stato attuale, ha la forma di un ammasso di scatoloni con lo scotch da pacchi di colore orribile, ma mi chiedo: è possibile comunicare per librerie? Per ripiani?
4) I BLOGGER. In ogni gruppo degno di tale nome esiste un blogger che, veloce più di un lampo, ne approfitta per appiccicare il link della sua ultima recensione o della prima o quella che serve sul momento. Per esempio, uno dice, anche distrattamente, "pagliacco" e lui pubblica la sua recensione a Le opinioni di un clown. Oppure dici "treno" e, zac, ti vedrai subito apparire la sua recensione a Anna Karenina. Per il resto silenzio, non una parola, solo il link. Un misero link isolato che attende, impazientemente, una marea di mi piace. E io sono solidale con quel link che vive da solo non supportato dalle mani materne di una qualsivoglia argomentazione di contorno.
5)LE GARE. Subdolamente e silenziosamente nei gruppi nasce una malata competizione, un continuo affanno per raggiungere la vetta. Sì, la vetta del numero dei libri letti. C'è pure chi tiene il conto del numero delle pagine perché quando le cose si fanno, si fanno bene ovviamente. E in questa folle gara c'è chi - e garantisco sulla veridicità di quanto affermo - per non sentirsi secondo a nessuno, bara, insomma nella sua lista di libri letti dalle ore 9.15 del 21.11.2015 alle ore 9.20 del 23.22.2016, aggiunge qua e là qualche libro non ancora letto ché, si sa, prima o poi, leggerà, quindi che differenza fa? I numeri, i numeri governeranno il mondo.
6) QUELLI CHE "LEGGIAMO, MA QUANDO SI TROMBA?" Ebbene sì, anche gli intellettualoidi dei gruppi FB hanno delle esigenze tutte carnali, chi l'avrebbe mai detto? Vi ho stupito, vero? Ma, sia chiaro, loro mica sono come gli altri. Mica vorrebbero spalmarsi nel letto con te come qualsiasi essere umano, per carità. No, loro guardano la tua testa, la tua intelligenza; a loro, menti superiori, non interessa il corpo, ma lo spirito. Loro son fatti di poesia e le vostre gambe son solo versi. E l'amplesso a cui anelano mica è fisico, no è mentale. Fidatevi.
7)GLI SCRITTORI EMERGENTI. Diciamocelo chiaro: a loro, solitamente incompresi, bistrattati dalle case editrice -che-pubblicano-solo-quelli-famosi-ma-loro-son-più-bravi-, del gruppo e dei libri (degli altri) non gliene importa nulla. Hanno un solo pensiero dominante: parlare del loro libro. L'unico libro esistente sulla faccia della terra. E parleranno di fatica, non quella dei minatori per dire, ma la loro, e parleranno di sangue e sudore sparso, non in tempo di guerra, ma di quello per scrivere il loro libercolo, e parleranno di bellezza, non della luna, ma del loro libro. E quando, dopo tanto stalking, leggerai il loro libro e con eufemismi a tappeto dirai loro che è una ciofeca, tu per loro non esisti più. Insultano, delirano, sbraitano e, infine, spariscono. Non è magia questa?