Tra polvere e Stradivari
Titolo: L’autistico e il piccione viaggiatore
Autore: Rodaan Al Galidi
Editore: Il Sirente
Anno: 2016
Pagine: 140
Genere: Romanzo
Traduzione: Stefano Musilli
L’Olanda è un paese ricco di segreti e, tra questi, vi
è quello secondo il quale gli olandesi prendono le loro decisioni cruciali in
bicicletta. Non è un caso che la quasi diciottenne Janine prese, appunto in
bicicletta, la decisione relativa al bimbo che teneva in grembo. Decise di
tenerlo anche se ciò avrebbe significato non solo essere una madre, ma anche
essere un padre e – pensando ai suoi genitori e al loro senso religioso – anche
un nonno e una nonna: ecco, una famiglia sarebbe dovuta diventare. Sì,
famiglia, una parola che non aveva certo un suono buffo e forse nemmeno serio,
ma certamente era una parola carica di responsabilità. Fu così che quel bimbo,
concepito in modo particolare, venne al mondo superando i tre chili di peso.
Geert, il suo nome. A Janine, con la crescita di Geert, non poteva sfuggire
certo il fatto che avesse delle stranezze: sbatteva frequentemente la testa,
prendeva tutto alla lettera “bisognava
che tutto andasse come lui si aspettava, altrimenti si confondeva ed entrava
nel panico.” Per non parlare della sua difficoltà ad avere rapporti con le
persone a cui si contrapponeva la sua grande capacità di instaurare rapporti
con gli oggetti del negozio dell’usato: era quello il suo mondo. Quel mondo che
per lui cambiò meravigliosamente quando tra le tante cose trovò, in mezzo agli
scatoloni polverosi, un violino Stradivari del 1713…
L’autistico
e il piccione viaggiatore fa parte della collana Altriarabi Migranti contenente opere di giovani europei di origine
araba il cui scopo è quello di favorire il dibattito sull’integrazione e
contrastare ogni forma di xenofobia e posizioni islamofobiche. Temi questi ben
noti all’autore che, fuggito dal suo paese – l’Iraq - si è rifugiato in Olanda lottando
per anni al fine di ottenere il diritto d’asilo. Gli aspetti pertanto,
dell’emarginazione, dei migranti, dell’isolamento sono tutti presenti in questo
romanzo che ha il sapore di una fiaba moderna e sono pienamente rappresentati
dal giovane protagonista, un “diverso” che non riesce ad amalgamarsi nella società
inidonea com’è ad accogliere ciò che non riconosce o non conosce già. Non ci si
può non affezionare a Geert che, certamente è un escluso, e che, quasi
inconsapevolmente, riesce a costruirsi un mondo speciale instaurando rapporti
intensi con gli oggetti riuscendo, in qualche modo, a farli parlare creando,
così, forme di comunicazione nuove e atipiche. Un libro tenero, ironico, anche
divertente che affronta le difficoltà e le emarginazioni con leggerezza senza
mai essere banale regalandoci un messaggio positivo carico di speranza:
dimostrando come anche dalla polvere di un magazzino possano rinascere melodie
benefiche.
Altri libri:
L'estate di Ulisse Mele, Roberto Alba
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