sabato 5 dicembre 2015

FEBBRE - Mary Beth Kean

TIFO & VELENI

Titolo: Febbre

Autrice: Mary Beth Keane

Editore: Frassinelli

Anno: 2015

Traduzione: Laura Bussotti

Genere: romanzo

Febbre, biografia romanzata, è una lettura gradevole e, soprattutto, interessante che ci presenta, la figura di Mary Mollon, donna etichettata e, conseguentemente, isolata per la sua “pecca”: essere portatrice sana di tifo. In particolare, la Keane, mette in luce quella lotta inevitabile tra la conoscenza scientifica e la superstizione nella quale quest’ultima è destinata a vincere. La Keane affascina e, al tempo stesso, fa riflettere soprattutto sulla cecità dell’essere umano di fronte a fenomeni che non riesce a spiegare con la razionalità.

New York, fine ottocento. La giovane irlandese Mary Mollon fa la cuoca presso l’agiata famiglia Kirkenbauer e la sua giornata non sembra delle migliori: tanto per iniziare, il latte è andato a male e, soprattutto, il piccolo della famiglia alla quale la cuoca è molto affezionata non sta bene e pare peggiorare di ora in ora. Alla settima sera di malattia il corpicino del bimbo si affloscia, divenendo pesante tra le calde braccia di Mary. Lei comprende, terrorizzata, che quella pesantezza non è sonno: il bambino se n’è andato.

24 marzo 1907. Un quotidiano riporta la notizia che la cuoca di una delle migliori famiglie dell’Upper East Side è stata allontanata, con l’ausilio della forza, dal posto di lavoro e, subito dopo, messa in quarantena al William Parker Hospital e ciò a seguito delle dichiarazioni rese dall’ingegnere sanitario George A. Soper il quale aveva affermato che la donna trasmetteva il tifo tramite il cibo che cucinava. Nonostante la stessa non avesse mai manifestato alcun sintomo della malattia. Quella donna era Mary Mollon…


Per Mary Beth Keane, scrittrice americana, la figura della giovane immigrata irlandese Mary Mollon, a un certo punto della sua vita e a seguito della visione di un documentario nel quale per la prima volta ne sentì parlare, è divenuta quasi un’ossessione. Da lì una lunga e intensa attività di ricerca e documentazione per restituirci, con questo romanzo, la figura di una donna forte, combattiva e passionale nota meglio come Mary la tifoidea colpevole, suo malgrado, della morte di varie persone. Una storia di isolamento, di lotta tra razionalità e superstizione, della ricerca di un equilibrio, spesso irraggiungibile (vista anche l’epoca storica in cui visse la Mollon) tra scienza medica e ignoranza. E in quella New York offuscata dal germe della paura si erge con tutta la forza di cui possiede una donna, additata, esclusa dalla società civile, alla quale è stato negato il diritto di lavorare o, per lo meno, di fare il lavoro che più di tutti amava quello, appunto, della cuoca. Un romanzo che contiene messaggi di carattere universalmente validi e che offre interessanti spunti di riflessione anche in relazione all’epoca attuale perché, purtroppo, è spesso vero che – sotto alcuni aspetti – non ci si migliora nonostante il passare degli anni, spesso è fin troppo vero come l’ignoranza riesca, come erba velenosa, ad attecchire ovunque.


giovedì 3 dicembre 2015

SAVAGE LANE - Jason Starr

DI MATRIMONI E ALTRE STORIE


Titolo: Savage Lane

Autore: Jason Starr

Editore: 1rosso (Parallelo45 Edizioni)

Anno: 2015

Pagine: 301

Traduzione: Barbara Merendoni

Genere: Romanzo thriller

Niente è mai come sembra, neanche nell’ovattata Savage Lane, con i suoi vialetti ordinati, con il suo country club con i suoi drink e le immancabili partite a golf. I matrimoni non sono fatti d’amore, ma di fughe, almeno con il pensiero in attesa di un’evoluzione, forse.

Mark e Deb consumano un matrimonio di facciata, hanno due figli, stanno bene economicamente, hanno tanti amici. Sembrerebbe un quadretto perfetto. Sembrerebbe, infatti che Mark, per dirne una, si sia preso una cotta colossale per la vicina, la bella e atletica Karen: separata, con figli, che smanetta su internet alla ricerca dell’uomo giusto (che, a dire il vero, pare non esistere in quel fatato luogo che è Savage Lane). Mark è un sognatore giusto per usare un eufemismo perché la realtà è che il maritino di Deb è un onanista mentale: nella sua testa fantasiosa ha deciso che anche Karen sia innamorata di lui, inoltre, ha anche  deciso che Karen abbia il sogno di finire tra le sue braccia e attenda che il suo “amato” si separi da Deb che, tra l’altro, ha anche qualche problemino con l’alcol. Inutile dire che Karen non abbia nessun pensiero impudico nei confronti di quel passivo di Mark, ma lui, ahinoi, non vede la realtà. E poi c’è la mogliettina di Mark che accusa il potenziale fedifrago di tradimento dall’alto della sua storia con il giovine Owen. Questa è la situazione: giorni uguali ai giorni, nel quale i protagonisti si muovono sempre con gli stessi gesti e le stesse abitudini, fedifraghe o quasi, salvo poi il verificarsi di un evento tragico che atto a sconvolgere la vita di tutti: Deb sparisce…



Jason Starr, americano, è un grande autore di fama internazionale che ha fatto del thriller e del noir il suo cavallo di battaglia. In Savage Lane, tradotto in Italia da Barbara Merendoni  per 1rosso, marchio della Parallelo45, piccola casa editrice indipendente, Starr ci regala una storia al limite del paradosso, i cui personaggi paiono quasi tutti possedere delle tare prima fra tutte quella della insensibilità, della superficialità, e che navigano in una fastidiosa apparenza di ruoli nella quale la discrepanza tra ciò che si è e ciò che si appare è abissale e, parrebbe, incolmabile. Grande la capacità dell’autore nella caratterizzazione dei personaggi che risultano, oltre modo, ben riusciti  (da lettrice e, soprattutto da donna, nasce  incontenibile la voglia di dare una bella lezione a quel bamboccione di Mark). La prima parte, comica e divertente, è caratterizzata dalla predominanza dell’equivoco rappresentato, senza dubbio, dai monologhi di Mark tutti imbevuti di una fantasia esacerbata che non ha un minimo appiglio nella realtà, la sua capacità di non leggere negli altri assume toni surreali che rubano, inevitabilmente, dei sorrisi. Mentre nella seconda parte dalle tinte più fosche, segnata dalla sparizione della di lui moglie, emerge il lato nascosto e vero dei personaggi, la loro ipocrisia, la quasi assenza di sentimenti rappresentata dalle parole della figlia adolescente di Mark, Riley (che, a onor del vero, pare l’unica dotata di un sentimento sincero) “Che cazzo di problema avete? (…) Justin sta giocando ai videogame, tu guardi le trasmissioni di Borsa? Non ve ne frega nulla che la mamma sia scomparsa?“ .

Un romanzo che cattura, scorrevole e intrigante nel quale manca, forse, la suspence tipica dei thriller canonici, ma che non toglie nulla al fatto che Starr sia un grande narratore. Che con questo thriller atipico mescolando sapientemente il noir, il comico e il surreale, riesce a regalare ore di piacevole lettura e di riflessione circa il ruolo dell’apparenza nella nostra società e sul fatto che, spesso, è difficile essere se stessi: di Mark è pieno il mondo, insomma.