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giovedì 21 marzo 2019

COME SE TU NON FOSSI FEMMINA - Annalisa Monfreda

Vacanze con lezione

Titolo: Come se tu non fossi femmina
Autore: Annalisa Monfreda
Genere: Saggio costume
Editore: Mondadori
Anno: 2018
Pagine: 168

Una madre, due figliole, un viaggio insieme. E 50 lezioni. 
Doveva essere una vacanza in famiglia, già programmata da tempo, ma lui le comunica come, per motivi di lavoro, avrebbe dovuto rinunciare a quella settimana di ferie, aggiungendo un bel “è la vita del consulente, tesoro”. Certo quella comunicazione del coniuge cambia le cose e, intanto lei, elabora mentalmente, ipotesi di vacanze alternative: un bungalow in Salento? Oppure una stanza in una pensione a Rimini? Tra i dubbi che annebbiano la sua mente si fa strada, all’improvviso, l’illuminazione. Perché cambiare programma e rinunciare alla Croazia? Perché, invece,  non intraprendere quel viaggio in auto, solo lei in compagnia delle loro due figlie? Perché no? E lui pare soddisfatto della soluzione che gli pare, a dir poco, perfetta. E questa è già una lezione “circondatevi di persone che pensano non ci sia nulla che voi non possiate fare” Inizia così il viaggio a tre, con la voce di Bianca Pitzorno che, dall’autoradio, le accompagnerà con le avventure di Streghetta mia….
Annalisa Monfreda, direttrice di Donna Moderna e Starbene, in occasione del viaggio con sue figlie,affronta una serie di questioni legate all’essere genitori di figlie femmine. Dell’impegno e delle responsabilità precise che comporta il compito educativo di una femmina. Il viaggio descritto non è solo fisico, ma anche e soprattutto simbolico. Ogni esperienza raccontata, ogni aneddoto descritto, ogni ricordo della sua infanzia riportato in luce diviene opportunità per elargire una lezione, fino ad arrivare a 50 lezioni. Il libro nasce dal “bisogno sociale di parlare di educazione di genere” come ha affermato la stessa Monfreda. Numerosi gli argomenti trattati: il ruolo fondamentale delle conquiste delle donna e che tali conquiste non debbano mai essere dimenticate, l’auspicio che il rispetto delle regole non nasca dalla paura, il rapporto col potere e la necessità di rapportarsi ad esso. Dalla lettura emerge, inoltre, un grande amore per la letteratura, il bisogno di esame della stessa per comprendere bene il ruolo della donna nelle società passate e attuali. Letteratura che deve essere buona e, quindi, né maschile né femminile, con l’invito alle figliole di nutrirsi di vita, di esperienze, di buoni libri. Ma anche un inno alla leggerezza, al sapersi divertire e soprattutto al ruolo fondamentale delle passioni che, continuamente, devono essere alimentate. Libro attuale, certo, forse non originalissimo, ma la cui lettura risulta interessante per ogni genitore. A prescindere dal sesso dei figli.

sabato 15 luglio 2017

QUELLO CHE È SUCCESSO A JOANA – Valério Romão

Arsenico e perdite

Titolo: Quello che è successo a Joana
Autore: Valério Romão
Editore: Caravan
Anno: 2017
Genere: Romanzo
Pagine: 120
Traduzione: Vincenzo Barca


Questo piccolo romanzo inizia con un sogno che, già da solo, varrebbe un libro a parte per la sua efficacia. E la dimensione onirica permarrà per tutta la lettura, mescolandosi con una realtà troppo dura da accettare e da vivere. Quello che è successo a Joana è un romanzo di forte impatto emotivo, capace di sconvolgere e di angosciare e, sia chiaro, non solo per la storia in sé che è atroce, ma per la potenza della penna di Romão: una penna che riesce a creare ferite profonde, a soffocarci quasi. E, naturalmente, per l'ottima traduzione di Vincenzo Barca.

Joana si sveglia, gridando, da un brutto sogno. L’ultimo fotogramma che ricorda di quell’incubo terribile sono le sue gambe ricoperte di sangue. Si siede sul letto e, al suo fianco, vede il marito Jorge il quale continua a dormire incatenato nel suo solito sonno pesante, era stanca sicuramente. Lei lo copre, fa freddo: è dicembre. Dicembre è un mese triste, quello che le piace meno perché freddo e ostile, il mese in cui morirono i suoi genitori. Scosta le lenzuola, crede di aver riportato nella realtà l’ultimo frammento di sogno: ha la sensazione di avere le gambe bagnate di sangue. C’è una pozza, la sente, verifica con la mano: non è sangue. Si tratta di un liquido trasparente dall’odore agrodolce e comprende che, nella realtà, le si sono rotte le acque. Scuote Jorge per svegliarlo. Bisogna andare subito in spedale. Il bambino vuole nascere al settimo mese. Per fortuna che lei, previdente e precisa, aveva preparato tutto in anticipo e, chiaramente, anche la roba per un prematuro. Anche per uno scricciolo di sole 31 settimane…

Quello che è successo a Joana è il secondo romanzo del poeta, traduttore e e scrittore portoghese che con Autismo, edito nel 2012, dovrebbe far parte della trilogia Paternidades faalhads – paternità mancate. Già perché è di perdite, di mancanze, o, meglio, di ciò che sarebbe potuto essere ma non è stato che parla questo intenso romanzo. Romão, con la sua scrittura ritmica, sincopata ci trascina – con Joana – in una storia vorticosa che ha il sapore dell’assurdo. 
La vicenda si svolge nell’arco di una giornata che pare un’eternità tra un ambiente ospedaliero -che riporta le atmosfere del racconto Sette piani di Dino Buzzati e anche Il castello di Kafka- e i pensieri deliranti, sospesi tra la dimensione reale e quella onirica della protagonista. 
Sono i pensieri di Joana che dominano la scena, il suo flusso di coscienza riportato dall’autore come se lui stesso fosse Joana, come se anche il lettore diventasse Joana e vivesse, in prima persona, il suo dramma. Parole a cascata, assenza di punteggiatura, un affannarsi, di corsa, verso un baratro, dolore e sogno che si fondono e si diramano caoticamente. Romão ci regala una storia che turba, scuote l’anima, ci offre una massiccia e amara dose di arsenico  e dopo averci inebriato con quel veleno ci regala un fulmineo momento di serenità, quasi di pace. Forse.       

Altri libri:
Bastardo posto, Remo Bassini                 

martedì 2 maggio 2017

LA CICALA DELL'OTTAVO GIORNO - Mitsuyo Kakuta

Madre davvero

Titolo: La cicala dell'ottavo giorno
Autore. Mitsuyo Kakuta
Editore: Neri Pozza
Anno: 2014
Traduzione: Gianluca Coci
Genere: Romanzo
Pagine. 288

Un viaggio intorno al concetto di maternità. Chi è madre veramente? Sempre e solo chi partorisce un figlio? O chi, invece, pur non partorendolo quel figlio lo ama incondizionatamente? Solo l’amore conta? Uno scavo nei sentimenti umani, con tutte le sfaccettature, coinvolgente ed emozionante. Lettura interessante che apre la porta a numerose riflessioni e domande.
Una mattina una giovane donna, Kiwako, entra in casa del suo amante e, lentamente, si avvicina alla culla dove dorme la piccola Erina. La bimba è sola in casa: il suo amante si è recato al lavoro accompagnato dalla moglie. La guarda. Pensa che anche lei avrebbe dovuto avere un figlio. Avrebbe, già. Prende la bimba in braccio e avvoltala nella sua copertina decide di fuggire via. Ribattezza la bambina come Kaoru. Confusa e dispersa, in un primo momento, decide di rifugiarsi per qualche giorno da una sua cara amica. Dopo qualche giorno abbandona la casa dell’amica e si ritrova in strada senza un posto dove andare e mentre la bimba piange inconsolabilmente - forse per la fame, forse per il sonno - le si avvicina una donna che si offre di ospitarle in casa sua. Tra mille dubbi e mille domande Kiwako la segue…
E ti darò elefanti così enormi che non riuscirai a credere ai tuoi occhi e cani in fedele attesa dei loro padroni. E poi tante favole dal finale struggente e musica talmente bella da farti sospirare di meraviglia.(Pag. 168)
Mitsuyo Kakuta grande autrice di successo in Giappone, vincitrice di numerosi premi letterari  si dimostra con La cicala dell’ottavo giorno, primo suo libro tradotto in italiano, abilissima nel descrivere, con estrema finezza, i sentimenti umani  e con essi i drammi e le brutture della vita. Un romanzo tutto al femminile nel quale le figure maschili risultano ai margini e dotate di forte carica negativa e caratterizzato dal susseguirsi di sentimenti diversi, ma tutti dotati di intensa forza emotiva: desiderio di maternità, amore, odio, vendetta, speranza.Una penna forte quella della Kakuta che riesce non solo a tenere incollato il lettore alle pagine (e questo sarebbe già abbastanza), ma che dà la stura a numerose domande e a interessanti, e talora difficili, spunti di riflessione poiché riesce, quasi inavvertitamente, a far venire meno quella netta linea di demarcazione tra il bene e il male. 


venerdì 12 febbraio 2016

AIUTO! SONO DIVENTATA MAMMA! - Loredana Ronco

Il prima e il dopo

Titolo: Aiuto! Sono diventata mamma

Autore: Loredana Ronco

Editore: Atlantide Delosbook

Genere: Saggio umoristico

Anno: 2013

Pagine:118



Prima della gravidanza ho sempre sentito parlare della magia dell’esser madre: troppe descrizioni ovattate di quell’esperienza. Mai nessuno che avesse osato descrivere quel lato più realistico, fatto di fatica, di notti insonni, di timori di ogni genere che, sia chiaro, nulla tolgono alla bellezza della maternità. Ma perché questa omertà? Ben vengano i libri come questo: sinceri e realistici perché è di questo che si ha bisogno, non certo di mondi edulcorati da fiaba. Perché, in fondo, la fiaba rimane ed è quella di guardare, giorno per giorno, gli occhi di nostro figlio.


Esiste un prima ed esiste un dopo. Il prima è fatto di elementi conosciuti che, tra alti e bassi, danno sicurezze e, indubbiamente, rassicurano. Il dopo è un salto nel vuoto, un cammino lastricato di dubbi, di timori, di insicurezze. La linea di demarcazione tra quel prima e quel dopo è dato da un test di gravidanza. Inequivocabilmente positivo. E da quel momento esatto niente tornerà come prima, perché tutto è destinato a mutare inesorabilmente. Cambierà la percezione del proprio corpo, il rapporto con il partner, spesso annoverabile nella categoria “fancazzista”,  cambierà l’umore e la visione delle cose. Tutto, senza esclusione…

In questi ultimi anni sulla scia del grande successo del blog di Claudia De Lillo, Nonsolomamma, si sono moltiplicati i manuali redatti da mamme e miranti a spiegare, spesso in toni ironici, il significato dell’esser mamma.  Aiuto! Sono diventata mamma! si inserisce a pieno titolo in quel filone del quale possiede l’effervescenza e l’ironia e, soprattutto, la capacità di spiegare, senza remore, un fenomeno liberandosi da quel fardello che impone di parlare della maternità in termini a dir poco ovattati quasi che fosse un peccato affermare quanto possa essere difficile il percorso che inizia nel momento in cui ci si scopre in dolce attesa. Parlare, con assoluta sincerità, ma anche con molta tenerezza, dei dubbi e delle difficoltà della maternità, dei sacrifici, delle torturanti paure (Ce la farò? Riuscirò a essere una buona madre?) non sminuisce, comunque, l’amore – incommensurabile - che si nutre per il nuovo arrivato. Tant’è che, spesso, quando il pargoletto raggiunge una certa età, quattro anni per esempio (!), verrebbe la voglia di ricominciare. Perché quel lungo salto nel buio – fatto di paure e dubbi, di fatica, di notti insonni, di stanchezza cronica, di pianti ininterrotti, di borse sotto gli occhi– è comunque fatto con un paracadute affidabile. Un paracadute d’amore. Di immenso amore.

Altri libri:
Nonsolodue, Claudia De Lillo

lunedì 1 ottobre 2012

NONSOLODUE - Claudia De Lillo

Sono una mamma non sono una santa

Titolo: Nonsolodue
Autore: Claudia De Lillo
Editore: TEA
Anno: 2010
Pagine: 324
Genere: Maternità





Già quando ti ritrovi con il pancione e sembri una mongolfiera, quando hai le caviglie gonfissime e non puoi legarti i lacci delle scarpe, quando fai due passi e hai l'affanno, tutti - e dico tutti - divengono dispensatori di consigli letterari, tutti ti consigliano probabili e improbabili letture al precipuo scopo di 'Aiutarti - poverina - in questo lungo percorso'  per renderti comprensibile il misterioso e 'Difficile ruolo della maternità'. Certo qualcuno ha pensato 'Questa qui si mette a fare una figlia e non ne capisce una mazza di figli, di allattamento, della fondamentale e vitale differenza tra i pannolini dry e i pannolini non-dry'. Giusto, non ne sapevo niente. Non ne avevo mai saputo nulla di bambini, io. Non avevo mai cambiato un pannolino.
Ma ho ricevuto con grande piacere tutti i libri che mi son stati regalati, perfino quello di Fabio Volo che con la maternità non c'entra nulla visto che mi è parso più un pornazzo che un romanzo distensivo, ma 'Ti farà sorridere e ti rilasserà' così almeno mi dissero. Mi sa che non ha prodotto l'effetto auspicato. Ecco, quando hai quel pancione lì e sei stanca morta, decidi di lavorare fino al giorno prima del parto, continui a guidare incastrata in una Fiat seicento, non hai la minima intenzione di leggere. Non ne hai proprio voglia. Hai voglia solo di dormire e di sognare il viso della creatura che cresce dentro di te. E hai un pensiero dominante: che sia sana. Tutto lì. Ora che la bimba ha dieci mesi, ti ritrovi con tutti questi manuali sull'essere mamma. Ci sono quelli che ti consigliano atteggiamenti da generale nazista (Compra anche tu una frusta per far dormire il tuo bimbo) e quelli che ti consigliano atteggiamenti da mamma 'moderna' che, poi, non capisci mai cosa significhi esattamente. Di tutto un po'. Ma 'Nonsolodue' è un'altra cosa. E' una risata continua. E' il racconto dell'Elasti-mamma, più vera che mai, che non idealizza il ruolo della maternità, che non pone la figura della mamma in un santuario, che non eleva la genitrice a martire.  No, è semplicemente un frammento di vita vera: mamma che lavora, con due hobbit e un microhobbit che, pian piano, cresce nella  pancia. E' una storia di corse, di affanni, di mariti part-time, di capelli a carciofo e di mancanza di tempo per potersi permettere una normale crema idratante, di depilazioni rimandate all'infinito. Il libro raccoglie gli articoli spumeggianti che la De Lillo ha pubblicato nel suo blog più altri inediti ed è un continuo ironizzare con acutezza sulle difficoltà che una madre che lavora incontra ogni giorno. Un libro scritto con grande intelligenza. E, alla fine, è tutto una conferma di ciò che hai sempre pensato: la maternità non è un'esperienza, non è un percorso di crescita o menate varie, no la maternità è un lungo, infinito, incommensurabile atto d'amore. E' l'amore, quello puro che fugge a qualsiasi regola preconfezionata.

Non posso che ringraziare Fabiana che mi ha regalato questo libro, non posso che ringraziarla per la bellissima dedica apposta nella prima pagina, non posso che ringraziarla perché lei ha visto cos'è la maternità per me: vita che ti riempie l'anima.


Altri libri:
Aiuto! Sono diventata mamma!, Loredana Ronco
La cicala dell'ottavo giorno, Mitsuyo Kakuta
Quello che è successo a Joana, Valério Romão