"Affinità"
Titolo: Chirú
Autore: Michela Murgia
Editore: Einaudi
Anno: 2015
Pagine: 200
Genere: Romanzo
Mi incuriosiva molto leggere l’ultimo romanzo della
Murgia soprattutto per le recensioni contrastanti lette in giro. Due i blocchi
contrapposti: da un lato quelli che “manca una trama”, o anche “è un esercizio
di stile”, dall'altro quelli che “è bellissimo”. Aggiungerei il terzo blocco:
quelli –adorabili come l’eritema - che non hanno letto, non leggeranno il
romanzo “ché tanto è brutto” Ma dove sta la verità? Non c’è una verità, chiaro.
C’è però una storia, d’amore, di sentimenti certo. E c’è l’uso sapiente,
scelto, delle parole che emerge in ogni riga. E poiché credo che l’uso delle parole faccia la differenza
in uno scrittore (ma guarda un po’!) io l’ho apprezzato.
"Chirù venne a me come vengono i legni alla spiaggia, levigato e ritorto, scarto superstite di una lunga deriva."
Sardegna, Cagliari. Eleonora, attrice di teatro
affermata, ha trentotto anni quando incontra il diciottenne Chirú. Il giovane,
quel giorno, è convinto, perché così qualcuno erroneamente gli ha fatto
credere, di dover suonare il violino nel palco accanto a lei durante lo
spettacolo. Eleonora gli spiega come preferisca recitare in silenzio. Al
termine della rappresentazione quel giovane, vestito da adulto, con le braccia
fin troppo lunghe e con appresso il suo violino, con il candore dei suoi anni
chiede all’attrice se può seguirla a cena. Lei accetta. La loro non fu
un’immediata affinità elettiva, lei semplicemente “lo riconobbe dall’odore
delle cose marcite che gli veniva da dentro” forse perché quell’odore Eleonora lo conosceva bene: era lo stesso suo. A tavola,
tra altre persone che paiono quasi sfumate, i due conversano, ma lei vuole sapere
esattamente cosa ci faccia lui con lei e Chirú, con sfrontatezza, afferma di
volere che lei lo accompagni “anche se non sapeva dove andare” perché la donna conosce
tante cose e lui vuole imparare, e tanto. Un allievo. Ancora? Sarebbe giusto? Sono
passati ben otto anni dall’ultima volta che Eleonora ha preso con sé il suo terzo
e ultimo allievo, o meglio quello che credeva fosse l’ultimo: ora ci sarà Chirú,
il quarto…
Dopo Accabadora
che le valse, tra gli altri, il premio Campiello l’autrice sarda torna, dopo
sei anni, in libreria con un nuovo romanzo anch’esso ambientato prevalentemente
in Sardegna seppur lontano dalle atmosfere ancestrali e magiche dell’opera
precedente. Romanzo scritto in un momento particolare e di certo difficile della
sua vita privata, "non è un libro autobiografico, ma racconta molto della mia vita" ha, infatti affermato la Murgia, Chirú, suddiviso non in capitoli, ma in 17 lezioni e un compimento finale, si presenta fortemente crudo nell’offrirci un percorso
di formazione e di acquisizione di consapevolezza del sé alla luce di una introspezione
intensa e anche dolorosa. La Murgia l’ha definito un “romanzo politico” tutto
incentrato com’è sul concetto di potere che domina i rapporti umani, primi fra
tutti quelli familiari, la figura del padre di Eleonora ne è l’emblema, ma sono
impregnate di potere tutte le relazioni sentimentali, senza dimenticare che
ogni relazione è, comunque, sentimentale, dirà Eleonora. Politico anche perché
l’autrice, sempre attenta al problema delle donne, detronizza l’uomo per
affidare stavolta il ruolo di mentore a Eleonora "infelice con classe", una donna la quale incarnerà
la maestra intesa in senso ampio affiancando il giovane nella vita. E
l’insegnamento non è solo un dare, non è mai –né mai può essere-
unidirezionale: è un filtro a maglie larghe che permette un interscambio tra
docente e discente quasi che, a un certo punto, i ruoli paiono confondersi. Una
storia dal punto di vista dell’intreccio narrativo priva di eventi eclatanti,
lineare, tutta basata sull’interiorità dei protagonisti e sul ruolo delle
parole che paiono frutto di una scelta minuziosa e attenta, mai frutto della
casualità, pesate una per una, accarezzate e adagiate delicatamente nella
pagine per creare immagini eleganti e sonorità raffinate. Una curiosità: nella
fase immediatamente precedente all’uscita del libro la Murgia ha aperto una
pagina Fb a nome di Chirú, il quale ha interagito con i lettori e proposto il
suo punto di vista, i suoi dubbi, le sue paure, scavalcando le pagine del libro
per diventare, seppur in modo atipico, “reale”.
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