Idee quasi geniali
Titolo: Il riscatto di Capo Rosso
Autore:
O. Henry
Editore:
Guanda
Anno:
2014
Traduzione: Luigi Brioschi
Pagine: 197
Genere:
Racconti
Adoro i racconti, il loro concentrare
in poche pagine una storia, una vita, emozioni, il loro colpo di grazia dato
dal finale, spesso non previsto. Non conoscevo O. Henry ed è stata una
piacevole scoperta. Una sfilza di personaggi un po’ buffi, piccoli truffatori,
scansafatiche senza l’ambizione di divenire dei grandi malfattori. si muovono nelle pagine di questa raccolta caratterizzata da un’alta cifra di umorismo. Lettura gradevolissima.
Alabama.
Bill e Sam ebbero la “temporanea
folgorazione” di rapire un bambino onde raggiungere la somma mancante di
duemila dollari per porre in essere una frode edilizia. Individuata la vittima
in un bimbo di dieci anni attuano il loro piano. Ma le cose non vanno
esattamente come avevano previsto... Il maggiore Talbot e sua figlia si
trasferiscono a Washington dove prendono in affitto alcune stanze comprensive
di uno studio nel quale il maggiore potrà lavorare al suo libro. Il tempo passa
e, nel frattempo, i soldi finiscono... Andy e Tucker in possesso di un rotolo
di biglietti grosso come il timone di una carrozza decidono di metter su un'agenzia
matrimoniale ritenendo di poter, nell'arco di due mesi, raddoppiare il
malloppo. Iniziano con un'inserzione sul giornale firmata “Cuore solitario”...
Maggio è il mese dominato da spiriti pazzi e burloni e, soprattutto, è il mese
nel quale Cupido si diverte a sparare alla cieca. E maggio pizzicò il vecchio e
gottoso signor Coulson...
O.
Henry, pseudonimo di William Sidney Porter, è stato un maestro nell’arte del
racconto breve. I racconti della raccolta Il riscatto di Capo rosso si
caratterizzano per la presenza di un finale sempre a sorpresa in grado di
stravolgere l’intera vicenda o gli obiettivi iniziali che i protagonisti si
erano prefissi. I suoi personaggi non sono mai dei grandi criminali, non
potrebbero, per intenderci, occupare un ruolo in una grande associazioni a
delinquere perché son quasi innocui, capaci di architettare piccole truffe,
perdigiorno e, alla fine, è impossibile non provare per loro simpatia. Il punto
forte di queste storie è, indubbiamente, la generosa dose di umorismo precisamente
di quell’umorismo, come l’ha definito Manganelli, da contafavole molto vicino a
quello di Mark Twain. Considerato come la risposta americana a Guy de
Maupassant, altra figura di riferimento del genere racconto, con il quale ha
sicuramente in comune la costruzione del finale, ma riesce comunque a
distinguersene per la mancanza di quella cupezza che, invece, dà l’impronta a
molti dei racconti dell’autore francese. E in quell’umorismo e quelle vicende
che fanno sorridere e meravigliare Henry offre uno spaccato dell’America del suo
tempo che l’autore, con occhio attento, ha registrato dall'interno della sua cella,
durante gli anni della prigionia nel penitenziario dell’Ohio.
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