Autore: Kristin Hannah
Editore: Mondadori
Anno: 2016
Genere: Romanzo guerra
Pagine: 466
Traduzione: Federica Garlaschelli
Francia, Carrevau, agosto 1939. È una calda giornata e
Vianne è felice: si appresta a fare, con suo marito e sua figlia, un picnic
sulla riva del fiume. Il sole illumina le loro risate e le loro parole. E
quando Antoine pronuncia il nome di Hitler e della sua maledetta guerra una
nube pare oscurare quella che sembrava una giornata splendida. Già, la guerra.
L’invasione tedesca e gli uomini che dovranno andare a combattere. Tra questi,
anche Antoine…Parigi, giugno 1940. Isabelle, sorella diciottenne di Vianne, per
l’ennesima volta è stata cacciata da un istituto per signorine perché Madame
Allard ritiene come alla stessa non interessi “imparare ciò che abbiamo da
insegnarle”. Non è la prima volta che Isabelle viene espulsa da una scuola.
Alla fine, nella sua breve vita, è sempre stata cacciata: prima la morte di sua
madre, poi l’abbandono del padre e anche Vianne, la lasciò. E, adesso, tornerà
da suo padre che è sicura non la vorrà. Sarà così infatti: quel genitore, duro
e distrutto dalla prima guerra mondiale, ritiene di non poterla tenere con sé e
la invita –senza lasciarle alternative- a trasferirsi da Vianne. Nel lungo e
tortuoso percorso che la condurrà a Carrevau, tra attacchi nemici e lunghe file
di persone sofferenti, incontrerà Gaetan e capirà quale sarà il suo destino: ribellarsi
e combattere questa guerra…
L’usignolo, pubblicato per
la prima volta in America nel 2015, ha incontrato da subito il favore e
l’entusiasmo dei lettori per la sua immediata capacità di regalare emozioni
intense. È indubbio che la storia narrata, ambientata nei tristi giorni
dell’occupazione nazista in Francia, non lasci indifferenti sia perché il
periodo storico è descritto con precisione - facile evincere un lungo lavoro di
ricerca e documentazione - ma soprattutto per la prospettiva, tutta al
femminile, adottata dalla scrittrice. Sono, fatte alcune eccezioni, rari i
romanzi che affrontano la guerra secondo una visione femminile, quasi che la
guerra fosse solo “affare” o, anche, solo “di proprietà degli uomini” in quanto
sono loro che partono, combattono, muoiono. Invece, qui appaiono donne che,
seppure in modo diverso, lottano con coraggio e forza. Combatte Isabelle che
persegue, senza nessuna incrinatura, il suo ideale di libertà, senza nulla temere, perdendo la propria
identità e rischiando la vita ogni giorno, ma combatte anche Vianne,
apparentemente più pavida, restando in casa, sola con sua figlia, ad attendere
il marito e nascondendo bambini ebrei. Le due sorelle divengono il simbolo di tutte
le donne che hanno vissuto esperienze simili e che, pur non avendo ricevuto
medaglie o riconoscimenti ufficiali, hanno posto dei piccoli e preziosi
tasselli nell’accidentato percorso della liberazione. Un romanzo commovente,
dettagliato, scorrevole che, in qualche modo, restituisce dignità a quelle
persone che seppur lavorando nell’ombra, in silenzio, hanno dato molto alla
Storia.
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