Limiti e sogni
Titolo: Lettere ad Amelia Rosselli
Autore: Alberto Moravia
Editore: Bompiani
Anno: 2010
Pagine: 366
Genere: Saggio
Curatore: Simone Casini
Moravia mi riporta al passato, agli anni del liceo.
Infatti, in quegli anni, lessi tutti i suoi romanzi. Tutto nacque per caso
quando presi nella biblioteca della scuola i due volumi dei Racconti e da lì,
acquistai, piano piano, tutti i suoi romanzi che, gradualmente, allineavo nella
mia piccola libreria. Certo, non mi son rimasti tutti nel cuore, ma Gli indifferenti, be’ Gli indifferenti è speciale.
Negli anni della sua tormentata adolescenza, spesso trascorsa a Cortina
immobilizzato nel letto di un sanatorio, un giovane studia, scrive racconti,
scrive poesie, e soprattutto scrive lettere a sua zia. Il giovane è Alberto
Pincherle, meglio conosciuto come Alberto Moravia, e sua zia è Amelia
Rosselli, madre di Nello e Carlo. Scrive per parlare della sua solitudine, dei
suoi studi, dei suoi progetti e dei suoi desideri troppo spesso accantonati a
causa della tubercolosi ossea che lo imprigiona e gli impedisce di fare quei
voli che ogni giovane desidererebbe. Lettere che, ad un certo punto si
interrompono, precisamente da quel funesto 9 giugno 1937, giorno in cui,
a Bagnoles-de-L’Orne, i fratelli Rosselli vengono assassinati…
I Pincherle e i Rosselli, due famiglie profondamente diverse e fortemente
unite da un sincero legame d’affetto. Due ambienti differenti, forse troppo
rigido e poco stimolante quello dei Pincherle, ricco di sensibilità civile e
preparazione politica quello dei Rosselli. Da queste sessanta lettere, curate
da Simone Casini, emerge uno spaccato dei rapporti familiari di uno dei più
grandi scrittori del novecento.
Emerge, gradualmente, la sua crescita sia come
uomo sia come scrittore. Una adolescenza fatta di limiti tutti prevalentemente
legati alla sua malattia che lo costringe a ripetuti ricoveri e all’immobilità
forzata. Un giovane che cresce con una sensibilità fuori dal comune e che trova
in Amelia Rosselli, donna intelligente e forte, uno stimolo a non arrendersi.
Amelia, in qualche modo, è stata la sua musa ispiratrice ed è Moravia stesso a
riconoscere come i suoi progressi, in gran parte, sono dovuti a questa donna
che gli “ ha messo le ali”. È in questi anni che Moravia inizia a scrivere Gli
indifferenti che sarà pubblicato nel 1929, all’età di ventidue anni, il suo
romanzo realistico nel senso non di minuziosa descrizione degli eventi, ma di
abile scavo compiuto al fine di comprendere le ragioni profonde dei fenomeni.
Le Lettere ad Amelia Rosselli sono anche uno scorcio di storia italiana,
dell’Italia dominata dal fascismo. E grazie soprattutto all’opera esegetica di
Casini è possibile far luce - senza i luoghi comuni che spesso hanno
accompagnato tale vicenda - sul silenzio che Moravia serbò dopo il 9
giugno 1937 quando i suoi due cugini furono assassinati in Francia, su mandato
del regime italiano. Accusato e biasimato per quel silenzio, tacciato di
opportunismo, Casini ci permette di comprendere meglio la posizione dello
scrittore e in particolare i suoi rapporti con i Rosselli e la sua
“non-opposizione” al regime. Forse una sorta di diffidenza da parte di Moravia
nei confronti dello stile di vita della famiglia dei cugini che in qualche modo
vedeva come ingenui e sentiva, in modo contraddittorio, come gli antifascisti
fossero perdenti. La sua vita familiare lo portava a una sorta di ribellione o
di rivolta non certo alla lotta civile, inoltre si innesta un altro sentimento
forse una sorta di risentimento verso quei cugini che lo prendevano un po’ in
giro e lo consideravano un ragazzino. Certo è che la corrispondenza con la zia
riprenderà dopo molti anni, quando Moravia, già adulto, cercherà di spiegare,
in modo quasi laconico quel silenzio e il dolore per la perdita degli amati
cugini. La raccolta di lettere è accompagnata anche da alcune poesie
giovanili che contribuiscono a fornici un ritratto ad ampio spettro di un
grande intellettuale dello scorso secolo.
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