"Metteva l'amore sopra ogni cosa"
Titolo: Sotto le ciglia
chissà
Autore: Fabrizio De André
Genere: Biografie / Diari
Editore: Mondadori
Anno: 2016
Pagine: 237
"Non sono i ciechi ad aver bisogno di un bastone, ognuno di noi ha bisogno di una luce, di un'idea, di una speranza."
Ho letto con piacere Sotto
le ciglia chissà, una raccolta, frammentaria, di pensieri del grande cantautore
genovese. Amato, adorato sin da bambina. Tanti pensieri, sparsi qua e là, su
tutto e dai quali emerge tutta la sua grandezza.
Parole, scrittura, musica,
Perché scrivere? Per paura. “Paura che si perda il ricordo della vita e delle
persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me”. Domande e
risposte, “Non chiedete a uno scrittore
di canzoni cosa ha pensato, che cos’ha sentito prima dell’opera: è proprio per
non volervelo dire che si è messo a scrivere. La risposta è nell’opera”. Sogni,
desideri, utopie come necessita “Io penso
che un uomo senza utopia, senza sogno, senza ideali, vale a dire senza passioni
e senza slanci sarebbe un mostruoso animale fatto semplicemente di istinto e di
raziocinio, una specie di cinghiale laureato in matematica pura”. Paradisi,
qui, sulla terra “La vita in Sardegna è
forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattromila chilometri di
foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero
coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso”.
E, naturalmente, Genova, città “severissima”
che, in ciò, assomiglia alla Sardegna e nella quale ci si ritorna
volentieri perché non è un’amante, ma “Genova
è mia moglie”…
Senza tempo e senza concatenazione
sono i pensieri sparsi che formano questa opera frutto dell’attività certosina
di raccolta da parte di Dori Ghezzi e
conservate presso l’Università di Siena nel Centro Studi dedicato al grande cantautore.
Uno zibaldone di parole, dettato dalla necessità istintuale di fissare sulla
carta pensieri, osservazioni, impressioni, critiche che De André annotava su
ciò che, sul momento, aveva a disposizione: agende, libri, buste o scontrini. C’è
tutto De André: il suo sarcasmo, il suo spirito anarchico, la sua ironia affilata
e feroce. C’è l’amore, c’è l’attenzione, tutta sua, per l’umanità ai margini,
la cura e il rispetto per le lingue minori, le lingue dell’anonimato, il
rapporto genitori e figli. C’è il profumo della terra sarda e il legame
fortissimo con Genova e i suoi carruggi. Ci sono anche momenti dell’infanzia
con i suoi ricordi e l’eredità lasciata. E mentre si leggono questi frammenti
per quanto essi siano eterogenei si ha quasi l’impressione di riuscire a
metterli in un ordine, fuori dall’ordine, e aggiungere nuovi tasselli a una
figura che riesce sempre a colpire la nostra mente e il nostro cuore con la
consapevolezza, al tempo stesso, che rimarranno sempre degli spazi da colmare
per ricostruire una figura che ha qualcosa di immenso. E oggi, manca, manca
tanto.
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