Scosse e crescite
Titolo: Terremoto
Autrice: Chiara Barzini
Genere: Romanzo
Editore: Mondadori
Anno: 2017
Pagine. 336
Traduzione: Chiara Barzini – Francesco Pacifico
Con un titolo evocativo la Barzini ci porta nel
movimentato, ma anche confuso, triste, malinconico mondo dell’adolescenza.
Protagonista è Eugenia che si ritrova non solo a vivere quella complicata fase
della vita (ho ancora ricordi terribili della mia adolescenza), ma per di più
in un ambiente lontano da quello in cui è cresciuta perché costretta a seguire
i suoi genitori in America.
(Incipit)
Nel 1992 la giovane Eugenia si trasferisce, al seguito
della famiglia, da Roma a Hollywood “per diventare ricchi e famosi” disse il
padre, ma il genitore, inseguendo con quel trasferimento il sogno di diventare
un grande regista, scordò di dirle che sarebbero andati a vivere nella San
Francisco Valley. Ed ecco la famigliola italiana, con nonna al seguito, nelle
strade americane. Il primo acquisto sarà una Ford Thunderbird decapottabile.
Eccola Eugenia, nella Valley così lontana da quei fotogrammi di Hollywood che i
suoi genitori avevano promesso sarebbero diventati la sua vita. La Valley è un
luogo sconsolato, le cui strade hanno poco di accogliente. Poi c’è la scuola,
con i metal detector, la diffusa paura delle gang: Eugenia, isolata, in quell'edificio
affollato da migliaia di studenti si sente sperduta. È sola. Il suo modello di
vita, consolatorio e salvifico, diviene la Vergine Maria alla quale si rivolge,
dal giorno del trasferimento, per avere rassicurazioni materne, quelle che
Serena, la madre, non riesce a darle perché troppo impegnata. Perché sempre
altrove, con lo spirito. Ed è proprio a Maria che si rivolge il primo giorno di scuola, con il
terrore che le stringe il cuore e le rebook pumpins ai piedi “Maria, questo è
il giorno più importante della mia vita (…) non voglio dover cercare un bagno.
Ho paura di chiedere dov’è. Ti prego fa che non debba fare pipì”…
Terremoto, scritto in
inglese poi tradotto in Italiano, è un romanzo sull'adolescenza che, in qualche
modo, ha dei punti di contatto con l’esperienza personale dell’autrice poiché
che, anch'ella, come Eugenia ha vissuto, da giovane, il trasferimento dall’Italia.
L’adolescenza è, per definizione, una fase complessa, ma diviene ancor più
difficile in queste pagine dal momento che ad essa si accompagna un traumatico
distacco, non voluto ma subito. Lontana da tutto, lontana da tutti, Eugenia è sola,
tremendamente sola, con due genitori hippie, preoccupati solo di far un film,
quasi dimentichi della sua esistenza, sordi alle sue richieste. Eugenia
combatte, con la tristezza nel cuore, fa di tutto per farsi accettare, si
costruisce un immaginario costume di gomma che la proteggerà da quella vita.
Piccola e inadeguata, diversa, con le reebok ai piedi quando tutte le altre
ragazze avevano i tacchi. Cerca calore, amici, qualche parvenza di amore e qualcosa
trova, personaggi spezzati come lei: Alo l’indiano con il cancro alla gola,
Henry con l’orecchio mozzato, l’amico necrofilo, il persiano vittima di una
gang. Un romanzo amaro, un vero terremoto, appunto, soprattutto interiore,
spesso silenzioso, non urlato, appena accennato, ma lacerante. Non manca anche
la tenerezza e lo spazio per un amore, quello per Deva, bella e diafana, in una
terra dove per il romanticismo non c’è posto. La Barzini è riuscita a
descrivere in modo incisivo l’ansia e la sofferenza del distacco, le difficoltà
del crescere, il dolore di chi non ha punti di riferimento, alternando pagine
altamente appassionanti -bellissima la parentesi della vacanza della
protagonista in una piccola isola italiana e meravigliose le descrizioni dei
paesaggi e della natura - a pagine con tono decisamente più basso.
Altre recensioni:
L'estate di Ulisse Mele, Roberto Alba
Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, Eric-Emmanuel Schmitt
Montedidio, Erri De Luca
Velvet, Mary Gaitskill
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