Di oche e altre storie
Titolo: La donna
è un’isola
Autore: Audur Ava
Olafsdóttir
Editore: Einaudi
Anno: 2014
Genere: Romanzo
Traduzione:
Stefano Rosatti
Pagine: 261
Islanda. Ci sono
giornate che iniziano in modo strano e terminano ancora peggio. Quel giorno una
giovane traduttrice investe con la sua macchina un’oca e, sollevata per il
fatto che non si tratti di un bambino, la carica in macchina per cucinarla.
Subito dopo, sale al terzo piano di un condominio dove abita il suo amante. Ha
fretta: deve comprare il contorno per l’oca. Quello sarà l’ultimo incontro con
quell’uomo. Un piccolo salto dalla medium la quale le ricorda come non sarebbe
una cattiva idea giocare alcuni numeri al lotto. Lei, in seguito, li giocherà e
vincerà per ben due volte. Torna a casa e suo marito le comunica che sta per
diventare padre. Già, lui e Nina Lind la centralinista del suo ufficio, avranno
presto un bambino. Ma, si sa, come “le grandi decisioni si prendono in un
secondo” invece per la tinta delle pareti nel corridoio lei e suo marito non
riuscirono mai a trovare, in cinque anni di convivenza, un accordo…
La casa editrice
Einaudi, dopo il grande successo di Rosa
candida aggiunge al suo catalogo
anche La donna è un’isola
dell’autrice islandese Olafsdóttir la quale, anche in questo romanzo, affronta
il tema del viaggio. Stavolta la protagonista viaggerà, dopo la fine del suo
matrimonio (senza troppi traumi, a dire il vero), con un bambino di quattro
anni, Tumi, figlio della sua amica. Un bimbo un po’ particolare, un po’ sordo,
con qualche problema di linguaggio. Quel viaggio verso l’est sarà una sorta di
terapia per la protagonista, un’occasione per guardarsi dentro, per
comprendere. Certo, l’idea è buona, ma manca quella delicatezza e quel fascino
che, invece, erano tutti presenti in Rosa
candida risultandone un romanzo a tratti claudicante. Da segnalare come
nelle ultime pagine vi sia una sorta di ricettario (compresa la ricetta
dell’oca, ovviamente) che vale la pena di leggere per la carica ironica in esso
contenuta.
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