Tradimenti, con grazia
Titolo: La gentilezza
Autore: Polly Samson
Editore: Unorosso
Anno. 2015
Genere: Romanzo
Traduzione: Daniela di Falco
Pagine. 290
Oh, ma che bella parola: gentilezza.
Oh, che bel suono: gentilezza.
Una parola che evoca immagini positive, dai bei colori, che
fa bene al cuore.
Peccato che, spesso, dietro quella parola si annidino delle
armi capaci di stravolgere intere esistenze, capaci di scardinare certezze e di
rimettere in discussione tutto quanto. Perché alla fine le parole, ogni parola,
ha in sé qualcosa che potrebbe trasformarsi in un veleno. Un veleno gentile, ma
pur sempre veleno. Bruciante, asfissiante, doloroso.
1989. Nasce un amore quello tra Julian, studente universitario
e Julia, di otto anni più grande e sposata con un uomo violento e aggressivo.
Agosto 1997, Firdwais. Julian è solo. Mira, sua figlia non c’è
più. Julia, nemmeno.
Si sveglia da un sonno indotto dai farmaci in “un mattino
che non dà ragioni per svegliarsi”. Allunga la mano verso l’ultimo cassetto
della scrivania e, come ogni giorno, deve tenere a bada l’impulso di controllare:
quel cassetto contiene una scarpetta in pelle morbida, la sinistra, con
cinturino alla caviglia e fibbia d’argento che Mira aveva quasi imparato ad
allacciarsi da solo. Lui è solo in quel tanto desiderato cottage. Senza le sue donne: Mira e Julia. Solo con il
suo dolore.
La Unorosso dà alle stampe il secondo romanzo di Polly
Samson scrittrice, giornalista e paroliera britannica, nonché moglie, dal 1994,
di David Gilmour per il cui gruppo, i noti Pink Floyd, ha scritto alcune
canzoni.
La gentilezza,
nonostante la delicatezza del titolo che evocherebbe ben altro, è un romanzo
crudo e difficile. Difficile perché parla di sentimenti, di vita, di rapporti
familiari, di malattia, di tradimento. E, siamo onesti, quando si tratta di tali
argomenti nulla è mai facile. Strutturato alternando diverse voci e costruito a
tasselli in modo da regalarci un quadro definitivo della storia solo a fine
romanzo, La Gentilezza è un’opera
complessa e densa nella quale manca un rigoroso ordine cronologico. Il lettore
si trova sbalzato dal presente al passato in continuazione, in un vorticoso
ripetersi di flashback che costituiscono il nucleo fondamentale delle vicende.
Un romanzo particolare dal punto di vista
stilistico e della struttura, ma anche appassionante, intenso e doloroso che
lascia l’amaro in bocca e apre la strada a molte riflessioni volte a
comprendere (senza riuscirci, forse) fino a che punto può spingersi un
sentimento, fino a che punto può diventare evanescente la linea di confine tra
il fare del bene e il fare del male, perché – a ben pensarci – una linea netta di
demarcazione forse non sempre è possibile. Rimane certo, invece, il peso
insopportabile di un tradimento così come il peso, che ha il suono di un urlo
lacerato di dolore, della perdita di un qualcosa che si ama più della nostra
stessa vita.
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