Sì, viaggiare
Titolo: Fra i
boschi e l'acqua
Autore:Patrick Leigh Fermor
Editore: Adelphi
Anno: 2013
Pagine: 290
Traduzione: Adriana
Bottini, Jacopo M. Colucci
Genere: Libro di viaggio
Non conoscevo
Fermor e scoprire che lo stesso era noto per essere un ribelle ha acuito la mia
curiosità. Un libro molto interessante nel quale il senso dell’avventura ha un
ruolo predominante. Ma non è solo un freddo resoconto di un viaggio, sia chiaro: è molto di più. È un'ode alla natura, è poesia, è magia, è amicizia. È un viaggio in senso lato ed è un viaggio meraviglioso.
Il suo arrivo a
Esztergom fu preceduto da una lettera di un suo amico e indirizzata al
borgomastro il quale veniva invitato ad
avere un occhio di riguardo per il giovane che aveva intrapreso il lungo
viaggio verso Costantinopoli. Vi giunse il Sabato Santo proprio nel momento in
cui una carrozza si arrestò e dalla stessa scese l'arcivescovo di Esztergom,
principe-primate d'Ungheria. La folla, quella stessa che il giovane vide
precedentemente nelle rive del Danubio, riempì l'immensa cattedrale: erano
giovani fanciulle, contadini, borghesi, zingare dai colori sgargianti,
militari, monache. E fu un tripudio di luci e fu una distanza abissale
dall'oscurità che dominava la piccola chiesa slovacca vista solo due giorni
prima...
Il giovanissimo
ribelle e indisciplinato Fermor nell’anno 1934 decise di intraprendere, a
piedi, un viaggio da Londra a Costantinopoli. La prima parte di tale
avventuroso viaggio è narrata in Tempo di regali a cui ha fatto seguito,
appunto, Fra i boschi e l'acqua che ne costituisce la seconda parte
e che descrive il percorso che inizia
nel confine tra Slovacchia e Ungheria fino all'arrivo al Ponte di Ferro.
Definire questa maestosa opera come un resoconto di viaggio sarebbe quantomeno
riduttivo perché esso è un percorso di crescita, un continuo arricchimento, una
immersione nella natura, una conoscenza di tradizioni e leggende di vari
popoli, è anche una lunga serie di aneddoti, di storie di amicizie, è, ma non
esclusivamente, un'immersione nella natura,una contemplazione di quelle stelle
che spesso hanno costituito il tetto del giovane viaggiatore. Le parole di
Fermor sono cariche di fascino, le sue dettagliate descrizioni raggiungono
picchi di lirismo che lasciano a bocca aperta il lettore che si vede regalare,
pagina dopo pagina, delle vere e proprie perle. E se questo è il regalo che il
lettore riceve vien naturale perdonare quel viandante per il fatto che non
abbia mantenuto integralmente il proposito iniziale: fare tutto il viaggio a
piedi.
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