Girasola ospita la terza tappa del blogtour ideato dalla casa editrice Libro Aperto International Publishing volto a far conoscere il romanzo Ti presento il mio ex di Valeria Angela Conti (tutte le tappe del blogtour: qui)
In questa terza tappa troverete, qui di seguito, una chiacchierata tra me e Valeria Angela Conti.
Da dove e come nasce l’idea del tuo romanzo?
Beh, credo che ognuno di noi abbia qualcosa, nel suo passato, che non riesce a cancellare. Io ho voluto dare voce a tutte quelle ragazze che tentano disperatamente di dimenticare chi le ha fatte soffrire, per poter andare avanti.
In Ti presento il mio ex un ex, appunto, dopo anni di assenza torna a scombussolare l’equilibrio raggiunto da Lauren. Perché l’hai fatto tornare? Per dirci che gli ex sono in qualche modo pericolosi? O, ancora, per dirci che nonostante le apparenze di una vita perfetta, l’amore – quello vero – è in grado di scardinare ogni certezza?
Nel mio libro, l'ex torna per fare capire a Lauren come sarebbe stato se non se ne fosse mai andato. Quando qualcuno ci abbandona si tende sempre a idealizzarlo, chiunque esso sia e si dimenticano invece le cose brutte, quelle che non andavano bene. Ma alla fine tutti i nodi vengono al pettine.
Nel tuo romanzo c’è qualche personaggio nel quale ti riconosci?
Sicuramente in tutti i miei personaggi c'è qualcosa di me.
Quali letture prediligi? E, in particolare, nella stesura del tuo romanzo c’è stato qualche autore che ti ha ispirato?
Mi piacciono le letture leggere, divertenti e ironiche, ma anche quelle più profonde e riflessive. In questo libro ho tentato un mix di entrambe le cose. No, non mi sono ispirata a nessun autore in particolare. Mi hanno definita la Kinsella in salsa italiana (magari) ma credo di avere uno stile tutto mio.
La tua è una commedia dalle tinte rosa, divertente, tragicomica, ma pur sempre romantica, un genere che -solitamente e con le dovute eccezioni- è apprezzato dalle donne. Pensi che potrebbe piacere anche agli uomini e perché?
Credo di sì. A mio marito è piaciuto, e lui è molto critico e sincero.
Stai scrivendo altro?
Sto scrivendo il mio settimo romanzo e sono felicissima di continuare a scriver.
Non dimenticate la terza tappa del 18 marzo:
https://salottodeilibri.wordpress.com/
Girasola è un anagramma che girovaga tra i libri e che crede al potere terapeutico delle passioni.
martedì 10 marzo 2015
domenica 1 marzo 2015
MONTEDIDIO - Erri De Luca
Bumèrando
Titolo: Montedidio
Autore: Erri
De Luca
Editore: Feltrinelli
Genere: Romanzo
breve
Anno: 2007
Pagine:144
Adoro
questo piccolo libro. La prima volta lo lessi in pullman durante un viaggio accidentato
e lungo da Cagliari a Nuoro. Ricordo che eravamo una trentina di persone delle
età più disparate e ci recavamo a Nuoro per un congresso dei Comunisti
Italiani. Quando ancora ci credevo, aggiungo. E ricordo che, nonostante il
sottofondo chiassoso, riuscii a leggere e a sottolineare questo libro e ad
innamorarmi del piccolo protagonista napoletano. L’ho riletto adesso nella
tranquillità di casa mia (se di tranquillità di può parlare vista la piccola e
vispa bimba pestifera che ho generato) e l’amore per il piccolo protagonista
non è stato scalfito, lo stesso non si può dire per i comunisti italiani, ma
questa è un’altra storia.
Le
vicende si svolgono a Napoli nel quartiere di Montedidio. Lui ha appena
compiuto tredici anni e il babbo, come è giusto che sia, l’ha messo a lavorare.
Anzi, rispetto ai suoi coetanei l’ingresso nel mondo del lavoro è avvenuto in
ritardo visto che era un po’ malatticcio. È il suo primo giorno nella bottega
di mast’Errico. Imparerà a lavorare il legno e la sera annoterà i fatti del
giorno in un avanzo di bobina regalatagli dal tipografo che è buono, in fondo,
gli piace soltanto toccare il piscitiello
ai ragazzini. Con sé porta sempre il bumeràn
che proviene dall’Australia, ma non lo può lanciare perché nel suo
quartiere non c’è lo spazio nemmeno per uno sputo. Fa niente: può sempre fare
la mossa di tirarlo. Il bottega c’è anche Don Rafaniello, o’ scarparo, che ha
la gobba dalla quale un giorno spunteranno le ali che lo porteranno a
Gerusalemme: si sentono già scricchiolare le ossa delle ali. E poi c’è lei:
Maria…
Tra
gli stretti e chiassosi vicoli di Montedidio si staglia la figura di un
tredicenne che fa la cronaca delle sue giornate e la fa in italiano, pur
sentendosi un traditore del suo dialetto, perché l’italiano è zitto e ci può
mettere i fatti “riposati dal chiasso napoletano”.
Montedidio ha la sostanza di
una favola, amara certo, nella quale l’io narrante ci porta nel suo brusco
percorso di crescita privo di tappe intermedie che si traduce in uno
sfondamento quasi violento di quelle porte che conducono nel mondo adulto. È un
romanzo ricco di tenerezza e magia nel quale domina l’assenza, dirà molto
saggiamente il protagonista “I grandi vanno dietro ai loro guai e noi restiamo
nelle case sorde che non sentono più un rumore.
Solo il nostro sentiamo e fa un
po’ paura.” La solitudine, le assenze e le dolorose perdite si uniscono, quasi
a creare una compensazione salvifica, con la forza, la voglia di vivere,
“l’ammore” e, soprattutto, i sogni i quali, in qualche modo, si realizzeranno
nella notte di Capodanno tra colorati e rumorosi fuochi d’artificio. De Luca ci
regala una storia tenera, fiabesca ma non troppo, in un alternarsi di crudezza
e lirismo che ha la capacità di incantare dalla prima all’ultima pagina. E il
piccolo napoletano rimarrà con noi anche a libro terminato.
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