Foto: Sandrina Lasio |
Metti un tardo pomeriggio di giugno. Caldo, ma non troppo. Metti una passeggiata nelle viuzze di una città profumata di mare. Viuzze tra stretti palazzi tutti proiettati verso l'alto che, volente o nolente, ti costringono a guardare quel bellissimo cielo. Metti i tavolini all'esterno dei bar, aggiungici pure il sottofondo di diverse lingue che si mescolano, l'odore di frittura mista di pesce, lo svolazzare di panni stesi ad asciugare. Sembrerebbe una città non ancora visitata, sembrerebbe la Lisbona di Pessoa. Sembrerebbe. Invece, siamo a Cagliari e passeggiamo nella zona della Marina, ma abbiamo come la magica sensazione di essere i protagonisti - in dolce movimento - di una cartolina. Di quelle vecchie, quelle color seppia. Quelle da conservare gelosamente perché se ne conosce il valore. Ma dove ci dirigiamo nel momento in cui sappiamo di voler restare, per ore, a vagare senza meta in queste strade senza tempo? Eccoci arrivate: Piazza San Sepolcro. Sedie, una folla, non troppo nutrita, di persone allegre. Già domani in questa città da cartolina ci sarà il Primo Gay Pride. Ma domani è un altro giorno. Oggi, in questa accogliente piazza ci sarà la presentazione del libro della Concia dal titolo accattivante 'La vera storia dei miei capelli bianchi'. Ecco, scorgiamo l'autrice con suo portamento elegante, con i suoi capelli argentati, con il suo vestito bianco accessoriato di rosso. Inizia la presentazione, Alice con le sue manine inizia a sfogliare il libro. Sembrerebbe interessante. E la Concia ci parla della genesi di questo romanzo che è un pezzo della sua vita e continua a rivolgere sguardi, caldi e amorevoli, a quella che è divenuta sua moglie sedutatasi timidamente distante. E interviene anche il giovane sindaco e quando non si fa in tempo a pensare "Oddio, adesso ci parlerà dello spread o similari" si scopre che ci parla di tutt'altro. Bel discorso, Zedda. Già perché non ci fracassa le balle con discorsi morbosi-istituzionali, ma, semplicemente, parla di argomenti strettamente connessi all'omosessualità, alla spesso troppo frequente insensibilità etero nei confronti di chi, perché omosessuale, vive una situazione difficile. Un invito al dialogo, a capire, ad amare. E le sue parole leggere salgono in quella verticalità di cui gode anche la piazza e le vedi svolazzare nella limpidezza di quel cielo estivo. Peccato, tutto finisce. Ricordiamo che ci sono i mondiali.
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