Protezioni
Titolo: Il commediante trasformato
Autore: Stefan Zweig
Editore: Vie Del Vento
Anno: 2019
Genere: Teatro
Pagine: 41
Traduzione: Claudia Ciardi
Nel grande salone in stile rococò fa ingresso la contessa, la
favorita del principe, la quale domanda alla sua damigella quali siano
le novità. La zelante damigella le consegna il programma dei
divertimenti settimanali: caccia alla volpe, giostra, festa da ballo,
ricevimenti. Insomma, una settimana intensa, ma – di fatto – il solito
tran tran. Inoltre, la damigella in questione si premura anche di
comunicarle come là fuori, da parecchio tempo, ci sia un giovane che
attende, impaziente, udienza. Si tratta di un commediante. Giovane,
magro, dinoccolato. Viene fatto entrare, la contessa lo guarda con
estrema curiosità e non senza una certa superiorità – certo, normale in
lei – gli chiede un bel “Desidera?”. Al che il giovane prende la parola
evidenziando, in particolare, il fatto che nessuno protegga i teatranti e
come la loro vita sia spesso governata dal vento e dall’inedia e,
pertanto, egli implora “la sua misericordia affinché la contessa conceda
a lui e alla sua compagnia protezione”. Questo cerca: aiuto, protezione
e sicurezza. Di questo ha bisogno l’arte, altrimenti non si può andare
avanti. All’improvviso, a interrompere le richieste del giovane, si ode
un forte trambusto davanti alla porta della sala e, repentinamente, fa
ingresso un uomo, il cavaliere, ben noto alla contessa…
Pubblicato dalla casa editrice Via del Vento nella collana i
Quadernidiviadelvento, che si è posta l’obiettivo di riscoprire testi
inediti e rari del ‘900, Il commediante trasformato si
inserisce nella produzione giovanile di Zweig. Infatti il teatro fu uno
dei primi amori del grande autore tedesco e pare come, nonostante nelle
opere successive e più conosciute egli abbia preso altre strade, che
quel primo amore non si sia mai affievolito. Trattasi di un’opera in
atto unico nella quale si analizzano e espongono, tramite la voce del
commediante, le angustie, i crucci, le sofferenze dell’attore, del suo
ruolo nella società. Attore non votato a un buon destino quanto
piuttosto votato a morte certa se privo di tutela o protezione da un
potente. Attore destinato, senza tale ancora di salvezza, a vivere ai
margini: “non abbiamo altro tetto che questo carro esposto a vento e
pioggia” dirà il nostro commediante. E nonostante questo inizio
desolante il teatrante, nel corso delle vicende che si sviluppano nel
palazzo, acquisisce forza e una grande consapevolezza di sé e del suo
ruolo, da qui il trasformato del titolo. Nell’opera non è
difficile cogliere echi shakespeariani, ma anche tematiche nostrane come
quelle di Pirandello “tra un’ora damerino ventenne metterò in scena la
sua persona. E tutto quello di cui fa sfoggio […]mi appenderò tutto come
una maschera con quell’aria tronfia che le appartiene. Non uno ma cento
come lei farei vivere in un’ora”. Lo stesso Pirandello che, peraltro
volle tradotto in tedesco dallo Zweig il suo dramma Non si sa come. Un
atto unico decisamente affascinante per stile e tematiche e che,
inevitabilmente. stimola a conoscere ancor meglio lo Zweig drammaturgo.
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