Cinque i libri che, in questo mese, mi hanno ispirato.
In particolare, uno -Lettori selvaggi - lo desideravo dal momento in cui è stato pubblicato. Gli altri, invece, li ho acquistati sulla base di consigli di amici o, anche, a sensazione. Chiaramente e come spesso mi capita, ne avrei voluto acquistare anche altri, ma -in ogni caso - c'è sempre aprile e maggio e giugno e così via.
1. Le assaggiatrici di Rossella Postorino, edito da Feltrinelli, 2018.
Partendo da una storia vera, la Postorino, giovane autrice calabrese, ci offre il racconto delle assaggiatrici, ossia delle cavie che mangiavano i pasti del Fuhrer per scongiurarne possibili avvelenamenti: questo il nucleo centrale del romanzo che trovo molto interessante.Tra l'altro, non ho mai letto nulla della Postorino e, questa, mi 'è parsa una buona occasione per conoscere la sua scrittura. L'ho acquistato grazie alle innumerevoli recensioni lette in giro che, in linea di massima, unanimemente sottolineano la buona riuscita del romanzo.
2. Lettori selvaggi, Giuseppe Montesano edito da Giunti, 2017.
Corposo, immenso, quasi 2000 pagine, il cosiddetto libro-mondo di Giuseppe Montesano, scrittore e docente di filosofia napoletano, mi ha incuriosito sin dalla sua uscita. Parrebbe un viaggio, lungo e affascinante, nel mondo della lettura, della musica, del cinema, ricco di recensioni, ricco di amore. Un inno alla lettura a tutto tondo.
3. André Aciman, Chiamami col tuo nome edito da Guanda, 2017. Traduzione di Valeria Bastia.
Edito, per la prima volta nel 2007 dalla Casa Editrice Guanda, il romanzo è tornato alla ribalta in forza del film omonimo di Guadagnino, ma la ragione per la quale è finito nella mia libreria è stata la recensione di Alessandra Farinola su Mangialibri che mi ha portato, senza se e senza ma, ad acquistarlo per un impulso che non son riuscita a controllare, forse perché le distanze - tema del romanzo- mi attraggono sempre.
4.Vite degli elfi, Muriel Barbery edito da E/O, 2016. Traduzione di A. Bracci Testasecca
Ho adorato la Barbery di L'eleganza del riccio e non potevo rimanere inerte di fronte al suo ritorno in libreria - anche se son passati due anni dalla sua uscita, ma son sempre in ritardo: è una realtà. Vite degli elfi parrebbe avere il sapore di una favola, con un'alta cifra di lirismo e una dimensione prettamente onirica. E parrebbe anche porsi su una dimensione completamente diversa rispetto a L'eleganza del riccio.
5.Il selvaggio, Guillermo Arriaga, Bompiani, 2018. Traduzione di Bruno Arpaia.
La libraia me l'ha consigliato, l'ha definito imperdibile. Io son rimasta attratta da quel rosso accesso della copertina e dal fatto che lo scrittore messicano sia stato lo sceneggiatore di Iñárritu (che amo tanto), inoltre, quando ho letto "Pagine potenti in cui risuonano echi di Herman Melville e Jack London, ma anche di Shakespeare, Faulkner, Rulfo, Nietzsche e Jimi Hendrix" be', l'ho preso.
700 pagine dense, 700 di morte, violenza, vendetta, amore.
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