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lunedì 14 gennaio 2019

FOTOGRAMMI SLEGATI - Pier Bruno Cosso

Titolo: Fotogrammi slegati
Autore: Pier Bruno Cosso
Editore: Il Seme Bianco
Anno: 2018
Genere: Racconti
Pagine: 210

Uomini, tormenti, dolori, sogni si muovono in questi fotogrammi che indagano nell'animo umano, nella pochezza dell'essere, ma anche negli slanci emotivi, nelle speranze. Sono fotogrammi che, a un certo punto, e a dispetto del titolo si slegano. E parlano.

Una furia  cieca è quella che anima il vecchio cinghiale protagonista del racconto che dà inizio alla raccolta. Il vecchio cinghiale, corre, corre. Stordito, arrabbiato, si lancia verso i cacciatori: quelli che gli hanno ucciso il suo figlioletto. Un piccolo cinghiale che ancora non conosceva bene la vita, la crudeltà del mondo. In quella furiosa corsa che pare infinita è animato solo dalla voglia di annientare questo mondo sbagliato....
Cagliari, Sant'Elia. Il professor Silverio Isuledda guarda verso l'asfalto, verso il corpo disteso di Loris, il suo alunno. In sottofondo la voce guida del defibrillatore. La scuola, la Sua scuola, non è riuscita a divenire un ambiente protetto. Quella scuola, poco più in là, ha perso Raul, disteso e coperto da un lenzuolo bianco...Poi c'è Luisa, Luisa e quello che doveva essere un giorno speciale. Era tutto programmato. Un colloquio di lavoro importante: da esso lei si attende un grande cambiamento. Una rivalsa. Dominare, per una volta la sua vita. Impadronirsene....

In questo album dell'autore sassarese si muovono storie, uomini, donne tutti in bilico su un sottile filo di amarezza. Sono narrazioni, quelle di Cosso, prive di eroi, di medaglie al vincitore, ma anche così ricche di aneliti, di sogni, di slanci verso un "oltre" non ben identificato, verso mondi differenti, o forse solo verso una opportunità. E per quanto ci sia questo slancio, tremendamente forte in alcuni casi, l'obiettivo finale si ammanta di una patina evanescente, sfumata, divenendo inafferrabile. Non manca mai una continua analisi (auto-analisi il più delle volte) dell'animo umano che conduce all'arrendersi, o al raggiungimento della consapevolezza di aver rinunciato, a sognare o a combattere. Perché il mondo, il loro piccolo-grande mondo, è crudele, non aiuta. Tutti i personaggi si muovono su terreni scoscesi o friabili. Ci sono i quartieri malfamati e il marchio dell'emarginazione che essi imprimono. Ci sono vizi che imprigionano. Ci sono persone destinate sempre a zoppicare per dover trasportare, giorno dopo giorno, fardelli ingombranti non smaltibili.
Sono racconti che scandagliano l'animo umano in tutte le sue imperfezioni, le sue fragilità in quel cammino, talora complesso e spogliato di speranze che, spesso, è la vita.  

Conclude la raccolta il monologo teatrale Era solo uno schiaffo che affronta il problema della violenza sulle donne, tematica per la quale l'autore ha mostrato sempre molta sensibilità-
Lettura interessante.

venerdì 13 novembre 2015

L'AMORE CATTIVO - Francesca Mazzucato

C'ERAVAMO TANTO NON-AMATI

Titolo: L'amore cattivo
Autore: Francesca Mazzucato
Editore: Giraldi
Anno: 2015
Pagine: 210
Genere: Romanzo



L’amore cattivo è, di fatto, un non-amore e la Mazzucato, scrittrice, giornalista e traduttrice, l’ha  raccontato con una intensità simile a quella con cui si racconta l’amore, con una grande sensibilità, con forza, con passione offrendoci un meraviglioso romanzo che sfianca, spezza, sfalda, sfascia fa male lasciandoci un segno del suo passaggio, incidendosi nell’anima, nel cuore e nella pelle.

“Stuprata dalla realtà e scheggiata dalla sfiducia. Vivi tra il bisogno di una fiaba e la vita che ti ha tolto un possibile lieto fine.”

(Pag. 102)
 
Nora è una quarantenne, vive a Milano, ha un lavoro che ama, è una donna coraggiosa nonostante tutto. Nonostante il suo passato, la sua infanzia di amore negato. Orfana dell’amore materno, schiacciata da sensi di colpa, dalla bulimia, dai tagli sul corpo. Era solo una bambina, una bambina sbagliata, imperfetta, inetta. Ha poche amiche, la sua vita è sempre stata solitaria. Quel passato fa ancora male e basta poco perché si ricatapulti nel suo presente, nella sua nuova vita: è sufficiente una telefonata di sua madre. Di nuovo ansia, panico, buio. Ma la vita pare regalarle qualcosa di bello che si incarna in Alessandro. Lo incontra in libreria. Dolce, colto, intelligente e pure bello.  Perde la testa, lui è diverso: così crede. Tutto va molto in fretta nonostante piccoli segnali, nonostante quegli atteggiamenti di Alessandro che lei non comprende bene, ma lo giustifica. Andranno a vivere insieme, ma ha come la sensazione di essere controllata, di non essere libera…

“L’amore cattivo morde il corpo e lo sventra. Avvilisce l’anima. La rimpicciolisce e la devasta. L’amore cattivo incenerisce ogni cosa. È piromane, assassino, criminale. Difficile però che resti lontano, escluso, in prigione. La cenere aumenta man mano. In maniera infida. Giorno dopo giorno. Restano polvere odore di bruciato, impronte di baci malefici. L’amore cattivo è senza suono e senza odore. La frontiera fangosa delle anime prostituite.”

(Pag. 171)

C’è l’amore che accoglie, protegge e riscalda e c’è l’amore cattivo che annulla ogni slancio, gela il cuore, ferisce è quello  nato dalle macerie di abbracci materni mancati, di parole d’affetto non  dette, di privazioni di sicurezze, di parole non ascoltate. Nora, delicata, intelligente cerca di soddisfare quel bisogno tutto umano di calore, bisogno innato di cui è rimasta solo una sete insaziabile. Crescere senza amore rende orfani. Per sempre. Parole taglienti, crude quelle della Mazzucato che riesce a scandagliare l’animo umano per portarci in un percorso, tutto salite e profondi precipizi, nelle troppe fragilità dell’animo femminile. Animo femminile tragicamente sensibile privato dei sogni più importanti: quelli dell’infanzia.
A fine lettura rimane un vuoto fatto di silenzi perché dove non c’è amore, o c’è un amore cattivo che è lo stesso, le parole son davvero poca cosa.