Esperienze del sublime
Titolo: Iancura
Autore: Paolo
Casuscelli
Editore: Mucchi
Anno: 2019
Genere:
Racconti
Pagine: 88
Dopo aver vinto un concorso per
insegnante di scuola media, Casuscelli, sceglie l’Isola di Salina, nell’arcipelago
delle Eolie, proprio quella che nessun altro avrebbe scelto. Al momento dello
sbarco, reca con sé una ventina di tomi pensando che gli sarebbero bastati per
poco, pochissimo tempo. Quanto si sbagliava! L’isola diviene per lui una grande
opportunità, una risorsa. Se prima la sua vita si muoveva in una dimensione
prettamente spirituale, muovendosi egli tra libri e polverose biblioteche, con
l’arrivo a Salina riesce, in un certo senso, a sentire la corporalità delle
cose. La natura, il mare e la pesca divengono parte della sua nuova vita. Ah,
la pesca, quell’attività che gli riempirà il cuore. Pesca che è fatica, gioia,
ma anche delusione. Già, può capitare, per dire, di pescare una cernia di otto
chili e, poi, come niente perderla in mare. Vivere a Salina significa anche
ritrovarsi la bidella in casa per avvisarti che sei in ritardo per la lezione e
che ti intima di prepararti ché intanto lei ti prepara il caffè. Significa
avere amici, certo eccentrici, come Gianni Re, con le loro filosofie di vita
interessanti. Per non parlare poi degli alunni con i quali si crea un rapporto
unico, un rapporto di appartenenza “perché chi è stato alunno continua a
sentire l’appartenenza anche da adulto.”
Della raccolta di racconti dell’autore
messinese colpisce, in primis, il titolo, Iancura, letteralmente biancore e
che, per l’autore, è “la personale esperienza del sublime.” La raccolta
contiene l’esperienza di insegnamento dell’autore nell’isola eoliana, una sorta
di diario, almeno prima facie. In realtà, in Iancura scorre tanta vita,
tante immagini, tante riflessioni. Un’analisi, infine, attenta e profonda di se
stessi, la descrizione appassionata del rapporto con la natura e il ruolo del
concetto di isola. Perché da un’isola si impara tanto, è un’opportunità “la
cosa più importante che impari dall’isola è quella di fare di te stesso
un’isola. Non ti spinge a chiuderti, ma a trovare la forza per fare di te una
dimora. Un luogo in cui poter accogliere tanto la propria solitudine quanto la
propria apertura all’altro” per dirla con le parole di Casuscelli. Numerosi e
brillanti anche gli aneddoti sulla scuola non scevri, peraltro, di alcune
critiche al sistema -prendiamo, per esempio, il registro, lo strumento più idiota
della scuola - e, soprattutto il rapporto speciale che si instaura con gli
alunni che esula da ciò che viene trasmesso e recepito, ma assume le vesti di
una reciproca e irrazionale appartenenza. Ancora, l’importanza dello studio
“meglio un liceo fatto male di una scuola per geometri o ragionieri fatta bene
Salina è piena di geometri e ragionieri disoccupati i quali […] non hanno idea
della storia della letteratura o della filosofia. E questa per è, per me, una
mancanza grave non tanto nei confronti dei doveri scolastici, quanto della
vita.” Le storie di Salina posseggono il sapore delle cose speciali anche
perché narrate con uno stile curato, a tratti poetico. Sono storie che
affascinano e rimangono nel cuore.