I luoghi del silenzio
Titolo: Silenzi d'amore
Autore: Duccio Demetrio
Editore: Mimesis
Anno: 2015
Pagine: 52
Genere: Saggio
“Ci sono
persone che non si sarebbero mai innamorate se non avessero sentito parlare
dell’Amore” affermava, nel seicento, il celebre aforista francese François de
La Rochefoucauld. Ma gli aforismi, come è ben noto, non in tutti i casi
contengono verità assolute: infatti, non sempre si ha bisogno di parole – in
fondo, quanto son stolti gli amanti che, per dirla con Rilke, non si stancano
di scambiarsi parole l’una dentro l’altra? -, anzi è possibile, come spesso
accade, che ci si innamori senza aver mai sentito parlare dell’amore. Il
silenzio, nel suo significato ambivalente –se c’è, infatti, il silenzio
impaziente dell’attesa dell’amante c’è, d’altro canto, il silenzio che
accompagna la cerimonia degli addii - è parte fondamentale di ogni amore che
possa essere definito tale. E quando si parla di silenzi non si può non tener
conto del ruolo della scrittura, luogo di silenzi per eccellenza. È fatta di
silenzi sia la fase di gestazione della scrittura così come il suo adempiersi e
tale arte diviene ancor più preziosa se si tiene conto delle enormi
potenzialità in essa insita: quella di rinobilitare ogni amore non “consegnandolo
una volta per tutte al passato”, ma, al contrario, alla memoria…
Duccio
Demetrio direttore scientifico della Libera Università dell’Autobiografia e
fondatore, insieme con Nicoletta Polla-Mattior, dell’Accademia del Silenzio nel
suggestivo borgo di Anghiari in questo breve saggio affronta i temi che
costituiscono la parte portante dei suoi studi e delle sue ricerche: il
silenzio e la scrittura strumento, quest’ultimo, in grado di realizzare “il
miracolo della complicità tra la parola e il silenzio”. E, forse, è proprio di
questo miracolo quello di cui abbiamo bisogno per uscire dal gorgo chiassoso,
frenetico, senza pause nel quale quotidianamente siamo immersi o, meglio,
sommersi. Un libro breve, ma molto denso scritto con un linguaggio che, a
tratti, sfiora il lirismo, che, indubbiamente, aiuta a riflettere, a porsi dei
quesiti –numerosi, a dire il vero- e a rivalutare l’opportunità, spesso
trascurata, di concedersi il benessere dato da attimi di silenzio per guardarsi
dentro, per fare un lungo scavo all’insegna dell’introspezione profonda per
ritrovare noi stessi, molto spesso persi chissà dove. O anche per scrivere
poiché la scrittura è “quanto di più e di meglio la mente umana abbia
escogitato per far rivivere ancora quanto si credeva per sempre perduto.”
Vedi anche:
Amicizia, Ralph Waldo Emerson
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