Nessun vince
Titolo: I giorni sospesi
Autore:Anna Hope
Editore: Sperling & Kupfer
Anno: 2015
Pagine:348
Traduzione: Velia Februari
Genere: Romanzo storico
In soli cinque giorni si svolge la trama di questo
gradevole romanzo che pone l’obiettivo sulle donne e sulla guerra e mette in
evidenza quello che è il motore delle storie e, spesso, anche della Storia: il
sentimento. Motore che, talora, si inceppa, senza mai fermarsi del tutto.
Londra, 1920. Hettie e Di sono in taxi e cercano il
Dalton, il famoso locale notturno che è divenuto leggenda tanto che qualcuno
ritiene nemmeno esista. Ma il locale esiste, eccome. Emozionate vi entrano, Di
vede subito Humphrey, del resto è per lui che è andata nel club. A Hettie
viene, invece, presentato Gus: massiccio, flaccido e con la pelle lucida dal
sudore. Non certo un adone e sicuramente negato per il ballo, ma almeno è
innocuo, pensa Hettie. Poi, appare lui, il fascinoso e misterioso Ed, bello “ma
in modo particolare”… Evelyn vive con la sua amica Doreen. È mattina, la
sveglia suona: Evelyn deve alzarsi in quelle gelide stanze, deve prepararsi per
andare da sua madre perché è il giorno del suo compleanno. Ci sarà il solito
pranzo di famiglia dove la perfezione è di casa…Jack e Ada sono sposati da
venticinque anni. Un amore intenso il loro, coronato da un matrimonio ben
riuscito. Ma c’è un ombra, quasi tangibile nella loro vita: la morte in guerra
del loro figliolo, Michael. Ada non crede sia morto davvero, le capita, ogni
tanto, di sentirlo e di vederlo, ma non riesce mai a raggiungerlo. Certo, di
Michael non si parla in casa, perché non parlarne è meglio e certamente più
semplice…
Un esordio ben riuscito quello della scrittrice
americana Anna Hope, che con I giorni
sospesi ha scritto un’opera apprezzata sia dai lettori sia dalla critica e,
non è un caso, che ne sia prevista la pubblicazione in ben 12 Paesi. I giorni
sospesi di cui al romanzo sono solo cinque e, in questo ristretto arco di
tempo, si dipanano le storie di tre donne che hanno vissuto, da casa, quel
mostruoso evento che è la guerra. E son rimaste ad aspettare e a raccogliere le
ferite di una guerra nella quale, alla fine, nessuno vince se non, appunto, la
guerra stessa. E pare non si possa trovare nessuna giustificazione per quei
giovani la cui vita è stata troncata anzitempo da una granata, per quelle croci
in terra straniera, per i pianti, per quel male che pare non finire mai. Un
romanzo intimo, che scava nel fragile e complesso terreno del dolore immune a
ogni balsamo lenitivo. Tenero, doloroso, ma che, comunque, regala un pugno di
speranza poiché alla fine la vita con i suoi meccanismi, con le sue comparse,
con le sue verità e le sue bugie ci impone di rialzarci, di andare avanti
nonostante i macigni nel cuore. Un romanzo delicato su sentimenti forti che
germogliano in un terreno reso arido dalla fredda macchina della guerra.
Altre recensioni:
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