Roberto Alba |
Ho conosciuto Roberto Alba in occasione della presentazione
del suo libro L’estate di Ulisse Mele in una libreria cagliaritana. Ciò che
colpisce di lui è, indubbiamente, l’innata simpatia: è proprio una di quelle
persone con le quali ci si trova bene a farsi le famose quattro risate, anche
cinque in effetti. L’ho incontrato altre volte e, da ultimo, durante la
presentazione del libro di un’amica in comune. Lì mi è venuta l’idea
dell’intervista perché ho pensato -visto che sono previdente, lo sanno tutti- “Aspetta poco-poco prima che diventi famoso e antipatico, prima che se la tiri troppo e mi faccia dire dal suo segretario in livrea di fissare un appuntamento almeno otto mesi prima, gli faccio qualche domandina”.
Ulisse è un viaggio, Ulisse è l'emozione di ricordare la
felicità che esiste solo nel cuore innocente di un bambino. Ulisse sono i miei
ricordi spensierati. Ma Ulisse è anche la scoperta di una verità: gli adulti e
i loro problemi, le bugie. Gli adulti cercano la felicità perduta e si
illudono. Ulisse rappresenta la crescita del bambino che ciascuno di noi
custodisce. Solo chi ogni tanto lo lascia libero ha la fortuna di riconoscere
nelle persone la luce della verità.
Perché hai scelto un bambino? E, soprattutto, come hai fatto, tu che sei bello grande, a vestire i panni, adottare il linguaggio e i pensieri di un bimbo?
Scrivere, raccontare una storia
come quella della famiglia Mele mi ha portato a valutare la necessita che il narratore fosse il meno condizionato
possibile dagli eventi. Ulisse con la sua sordità risultava perfetto. Poteva
osservare, non farsi confondere dalle parole. Lui poteva conoscere la verità
dai volti delle persone. Il linguaggio in prima persona è stata la parte più
difficile. Ho cercato di “regredire”, mi sono fatto una seduta di autopnosi e
sono tornato indietro di 40 anni... il problema è stato risvegliarmi!
Confesso! Lacrimoni di gioia ma solo nel silenzio della mia
camera, siamo già alla seconda ristampa. Ma la cosa che più mi ha sorpreso sono
le persone che mi scrivono e mi raccontano la loro storia. Chi vive nel
silenzio, come il piccolo Ulisse che è sordo, si riconosce in lui e nella sua
famiglia, torna al tempo dell'infanzia e vive quei momenti con una nuova
consapevolezza. La mia gioa più grande è quando Ulisse riesce a dare una
carezza a queste persone.
Scrivo quando ho qualcosa da raccontare. Non sono un amante
della scrittura fine a se stessa. Non scrivo per il piacere del suono delle
parole. Devo avere l'idea di un personaggio e della sua storia, solo allora
inizio a scrivere. Penso di aver iniziato troppi romanzi, ma sono pochi quelli
che trovano la strada con il cartello “the end”. Quando scrivo sono veloce. Ho
la storia schematizzata in testa. Ho il finale, poi posso cambiarlo, ma quando
inizio un romanzo ho l'idea precisa di come deve finire... o non finire. Ulisse
è stato scritto in circa 3 mesi, e la fine, la frase finale è nata quando non
avevo ancora completato il primo capitolo.
Ma Alba quanto, cosa, come e dove legge?
Leggo 2 o 3 libri al mese, ma quando scrivo non leggo se non in rare occasioni. Sono un lettore “trasversale”, leggo tutto tranne i fantasy. Leggo a letto, è per me una forma di piacere irrinunciabile... e devo stare attento a non rimanere troppo sveglio! Ma quando scrivo le cose cambiano, scrivo di sera, dal dopocena sino alle 2 o 3 di notte.
Uno scrittore che ami e uno che odi.
Quelli che odio sono preziosi, li leggo
per ricordarmi che in quel modo non devo raccontar le storie. Quindi evito di
fare i loro nomi per non svelarmi il mio segreto!
Amo uno scrittore su tutti, ma a pensarci, ogni tanto divorzio e ne scelgo un altro. Dipende dal momento. Ma il primo amore non si scorda mai, giusto? Rispondo così: Il mio scrittore primo amore, non dell'adolescenza, ma dell'età adulta è Calvino. Il suo Il Barone rampante è stata una folgorazione.
Amo uno scrittore su tutti, ma a pensarci, ogni tanto divorzio e ne scelgo un altro. Dipende dal momento. Ma il primo amore non si scorda mai, giusto? Rispondo così: Il mio scrittore primo amore, non dell'adolescenza, ma dell'età adulta è Calvino. Il suo Il Barone rampante è stata una folgorazione.
Consigli
a un giovane scrittore?
Quando rileggendo qualcosa che hai scritto dirai a te stesso
questa è una schifezza, allora sarai sulla buona strada per scrivere qualcosa
di buono. Non c'è miglior giudice di noi stessi. Il problema è che dobbiamo
avere molta stima di noi. Quindi, se abbiamo un amico che su ogni frase scritta
ci fa le scarpe, teniamolo stretto (non molto stretto che poi muore :D ).
La
Sardegna. Parlarne nei tuoi scritti è fondamentale?
No, non è fondamentale. Il primo romanzo che ho scritto “La
spiaggia delle anime” è ambientato in Grecia, Ulisse in Sardegna, il prossimo...
Domanda di rito: a quando il prossimo romanzo?
Questa è la domanda del mistero. Spero che esca il tempo
giusto per farvi scoprire una storia che
difficilmente riuscirà ad annoiarvi. E questa è una promessa!
E noi aspettiamo!
L'estate di Ulisse Mele |