CORRENDO NEL FANGO
Titolo: Berlin Alexanderplatz
Autore: Alfred Döblin
Editore: Superpocket
Anno: 2005
Traduzione: Alberto Spaini
Genere: Romanzo
Pagine: 499
Pubblico questa vecchia recensione perché pensavo a un viaggio, pensavo a una bella città, pensavo a Berlino. Pensavo che pensare, del resto, non costa niente. Gran bel romanzo, complesso e intenso.
In questo romanzo, grande romanzo per la verità, facciamo la conoscenza di Franz Biberkopf , un povero sfigato tedesco (per non voler usare eufemismi). Misero e illuso Franz.
Siamo nel primo dopoguerra e Franz è appena uscito dalla prigione.
Ha con sé una sola valigia piena di sogni e di buoni propositi.Il peggio è passato: l'esperienza carceraria insegna e arricchisce. Nascono nel protagonista nuovi desideri. Sete di vita. Sete di purezza. Sete di serenità. Desiderio forte di vivere onestamente e di entrare a far parte della società a pieno titolo entrandovi per l'atrio principale e non da ingressi laterali o di sicurezza.
Come un buon tedesco che si rispetti o, meglio, come essere umano.
Questo è il suo obiettivo, ma impareremo (sic) che ogni obiettivo per potersi realizzare ha bisogno di terreno fertile onde attecchire, germogliare e dare frutti. Numerosi ostacoli incontrerà chi, come Biberkopf, cammina nel terreno tortuoso del sottoproletariato tedesco, asfaltato di microcriminalità, di prostituzione, di misere vite che si consumano nei tavoli delle osterie. Ma anche di amori. Non esclusivi, ma condivisi con oscuri protettori delle dispensatrici di belle parole e di sentimenti. .
In ogni caso ci son gli amici, si potrebbe dire. Amici che amano, forse, e aiutano, forse, e ciò fino a che non entra in gioco lo spirito di sopravvivenza che, come laido mostro, copre di marciume ogni forma di vita.
Franz continua, comunque, ad agitare il vessillo dei buoni propositi in tale incerto terreno. E' coraggioso, ci crede. Ci prova una, due, tre volte. Si sacrifica, perchè la vita è, soprattutto, sacrificio come insegna la bibbia. Come insegna Isacco.
Ma dove sono i frutti di questi sacrifici? Perchè crollano di fronte all'ineluttabile destino? Cosa può l'uomo contro questa macchina perfetta e insondabile che decide e impedisce all'uomo, buono o malvagio che sia, di realizzarsi? Erano i desideri sbagliati o era il terreno nel quale erano stati seminati ad essere troppo arido?
Quanta amarezza, quante delusioni in questa sagra di parole che son le avventure di Franz. Avventure che paiono note musicali, spesso tragiche, che si stagliano in quella vetrina che è Alexanderplatz e si accompagnano ad altre storie lette negli articoli di giornali, alle vicende presenti nei passi biblici, ai versi delle canzoni, ai suoni onomatopeici. Suoni che spesso richiamano cadute dolorose che fanno ruzzolare nel fango. In quella viscida melma in cui, forse troppo spesso, l'essere umano si trova a convivere con i suoi simili e, per non morire, si aggrappa alla loro testa facendola sprofondare pur di salvarsi. Pur di respirare ancora.
(Settembre 2010)
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