Sognando
Titolo: Beat Hippie Yippie
Autore: Fernanda Pivano
Editore: Bompiani
Anno: 2017
Genere: Saggio
Pagine:384
Ogni generazione ha il suo
poeta-mito e, quella del secondo dopoguerra, lo trovò in Ginsberg il cui Urlo rappresentò il manifesto di chi si
rifiutava di vedere dei benefici in ciò che aveva condotto alla meccanicizzazione dell’America e all’adorazione
del dio-denaro. Ginsberg auspicava fortemente un dialogo tra uomini che fossero
liberi: liberi da qualsivoglia manipolazione o imposizione. Era necessario
liberare la mente e tale necessità primaria si manifesta anche nell’uso di
droghe volte ad ampliare la mente a differenza dell’oppio, usato
abbondantemente nelle epoche precedenti, che ottenebrava le menti. Sono gli
anni di Bob Dylan, il giovane Dylan umile
e frugale che, nelle sue parole e nelle sue azioni, disprezzava i valori
borghesi. Sono gli anni della beat generation, anche se, forse, fu un
errore usare tale terminologia meglio sarebbe stato definirli go generation “in quanto dove andavano non lo sapevano di
certo quei dolci e patetici hipster dal volto d’angelo che zigzagavano gli
Stati Uniti […]in cerca di amici con cui andare, dove chi lo sa, ma andare”
Nel 68 muore Neal Cassidy l’uomo e la parlata che furono il modello del
protagonista de Sulla strada di Kerouac. Sono anche gli anni nei quali
Amsterdam si distingue per la sua libertà e tolleranza per Assurgere al rango
di città priva di proibizionismi. Sono gli anni, a Londra in Baker Street, del
negozio dei Beatles “La Mela”, fuori dalle mode, il cui soffitto era una “volta celeste illuminata dalle stelle e dal
sole”. Sono anche gli anni del Living Theater, il teatro della non-violenza
che cerca di sottrarsi alle logiche commerciali della critica e della
pubblicità rinunciando a fissare un prezzo fisso per il biglietto chiedendo
solo un contributo volontario al fine di creare un contatto diretto con il
pubblico…
Pubblicato per la prima
volta nel 1972 dall’editore Arcana, poi riedito più volte da Bompiani, Beat
Hippie Yippie rappresenta un importante documento volto a ricostruire un
arco di tempo che va dagli anni ’50 al 1968. Una raccolta di saggi, di articoli,
di aneddoti dai quali emergono le pulsioni, i sogni, la storia di un’epoca che
la Pivano, con la sua penna attenta e curiosa, ha visto, vissuto in qualche
modo e traposto in parole che non si riducono a una fredda cronaca
giornalistica o a un reportage tout-court, ma sono parole di chi ha davvero
“sentito” e toccato con mano quegli anni e le persone che ne percorrevano i
sentieri, talora tortuosi, talora quasi magici. E il legame dell’autrice con la
beat generation emerge tutto quanto, nella sua meticolosa osservazione di una
generazione che ha fatto del sogno di una società migliore il proprio cavallo
di battaglia, l’ideale con il quale convivere, con il quale cambiare, o tentare,
di cambiare le cose. Perché un mondo migliore poteva esistere. Una raccolta
quindi di sogni, di ribellioni, di inni alla libertà, e anche aneddoti
divertenti che hanno il sapore di un’epoca quasi incantata, ma anche molto
lontana. Indimenticabile l’episodio dedicato al primo incontro –decisamente
movimentato- tra la Pivano e Neal Cassidy – il Dean Moriarty, il figlio del
West e del sole di On the road - quasi grottesco, ma malinconico e tristemente
nostalgico. Insomma, un dettagliato resoconto di incontri, di chiacchierate, di
canzoni, di parole, dai quali son venuti fuori notevoli e interessanti pagine
non solo dal punto di vista storico, ma anche umano nelle quali sgorga l’amore
incontenibile dell’autrice per quegli artisti sognatori, insolenti, a volte anche
patetici.
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