Cuore animale
Titolo: L’amore necessario
Titolo: L’amore necessario
Autore: Nadia Fusini
Editore: Mondadori
Anno: 2008
Pagine: 130
Genere: Romanzo
La scrittura è un’arma,
una cura, un parlare senza interruzioni, spesso a noi stessi. Con estremo coraggio.
"Siamo vuoti, tutti
vuoti... o sono io, io sola, a non possedere nulla? Io sola a provare la
sottile, inestirpabile, vorace sensazione che la vita non sia mai quella che
vivo, ma sempre un'altra? È strano, ma non ho mai avuto la forza di illudermi
di essere qualcosa... La mia forza è un'altra, ambigua, intrisa di orgoglio e
di vergogna. Si nutre di coraggio, si affama di paura. Conta sul cuore, per me
è questo l'organo dell'intelligenza. Col cuore penso. Che esiste il mondo, me
lo assicura il mio cuore animale, vivo, pulsante…”
Alla luce di una lampada al neon una donna è seduta
nel tavolino di un bar semideserto di un aeroporto. All’altro capo del tavolo siede uno sconosciuto che beve una birra. Un luogo qualunque. Lei pensa a quanto sia
singolare il fatto che un luogo estraneo possa condurci dentro noi “così nel
profondo, al centro di pensieri che non riusciamo a formulare quando ci
aggiriamo in spazi che ci sono familiari.” La donna si sente sola perché lui,
il suo lui, definisce libertà cioè che, invece, è un’assenza, il vuoto della
sua presenza. E lì, in quel luogo estraneo, con quella solitudine che la
assorbe sente un bisogno incontenibile di scrivergli. Prende un quaderno, per
mettere a nudo la sua anima. Per parlare d’amore, del loro amore, di come
accadde quel miracolo che, a ben vedere capita sempre nello stesso modo: due
creature separate, quasi senza volerlo, si confondono. La mente torna al giorno
nel quale si incontrarono. Per puro caso. Nessuno lo scelse, accadde appunto.
Lei lo amava perché lui era lì e stava diventando il suo destino. Piano piano,
parola per parola, la donna inizia ad avventurarsi in un precipizio d’amore
che, lì in quel luogo estraneo, urla e protesta…
"Ma tu non sapevi, allora, di stare attizzando
un fuoco che t'avrebbe bruciato, facevi così perché obbedivi alla legge
impersonale della vita.
Chi è vivo cerca la vita, la fiamma."
Chi è vivo cerca la vita, la fiamma."
Nadia Fusini, figura di spicco del panorama letterario
italiano, nota in particolare per le sue traduzioni di autori del calibro di
Virginia Woolf e di Shakespeare, per citarne solo qualcuno, ci regala un romanzo epistolare che dimostra
quali vette e luoghi nascosti dell’anima una lettera possa raggiungere. Con un
linguaggio elegante, ricco di riferimenti a temi classici, le parole della
protagonista ci portano nell’universo magico, tormentato e misterioso
dell’amore, con una continua alternanza di delicatezza e di durezza entrambi
necessari per descrivere un sentimento ricco di mille sfumature e sempre difficile
da definire univocamente perché Amore è prigione, Amore turba, sconquassa, ma
non finisce mai di incantare. La sua scrittura diviene lo specchio dentro il
quale l’anima può rimirarsi, esprimersi, urlare. E la donna che scrive urla, si
interroga, scava continuamente nei meandri del suo passato, del suo presente,
del suo cuore riuscendo a dargli voce e una forma che sia vera. Perché è questo
che lei, in fondo cerca: la verità ,o meglio, per dirla con le parole della
stessa Fusini “La volontà di questo personaggio è quella di non lasciarsi
ingannare perché l’innamoramento è spesso un inganno, come Titania che si
innamora dell’asino.”
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