Il gigante egoista
Titolo: La presunta storia vera di Giulia e Giulio
Autore: Giovanni Follesa
Editore: Arkadia
Anno: 2018
Genere: Romanzo
Pagine: 208
Roma,
anno 2032. Giulia e Giulio sono due fratelli, gemelli, figli del grande Ernesto
Luigi Saccherio, il magistrato, l’uomo che ha dato una svolta al Paese e,
soprattutto, a un sistema politico fatto di mollezze e di corruzione, Ernesto
chiamato dai figli anche il Papa e, da Giulia, il “grande egoista di merda”. Saccherio padre ha votato la sua
esistenza al diritto, appartiene alla categoria di coloro che posseggono una
dirittura morale tale da contrastare il decadimento della politica degli anni
passati. Con lui, grazie al suo operato
si è attuata una grande trasformazione di tutto il sistema, sotto il vessillo
della giustizia, dell’onestà: anche la Chiesa non ha più sede in Italia, ma in
Sudamerica. Tutto è cambiato. E di quel padre egoista, egocentrico, sia Giulio
sia Giulia seguiranno le orme: entrambi studieranno legge. E impareranno ad
amare, seppure in modi diversi, quella materia. Forse perché in quella casa si
respirava, in ogni attimo, il diritto, forse perché, nonostante l’insofferenza
ne hanno sentito forte il fascino. O la paura. I due giovani hanno quasi
terminato il loro percorso di studi, sono alle soglie della laurea. Quando
Giulia si recherà dall’esimio professor Bozzolo per chiedere di discutere la
tesi con lui, scoprirà che il fratello, di lei più talentuoso e con una visione
quasi mistica del diritto, si è già recato dal professore. Vista la duplice
richiesta, Bozzolo propone ai due gemelli una tesi congiunta sull’analisi dei
fatti, storici e sociali, che hanno portato al quadro attuale: insomma
un’analisi dei mutamenti che hanno condotto al vigente sistema con il
trasferimento della Chiesa in terra sudamericana. Nel far questo i due giovani
dovranno accedere al bunker paterno, il suo archivio segreto, contenente una
mole immensa di documenti. I due figlioli troveranno un accordo con il padre:
potranno varcare quella porta blindata e ogni giorno, per un mese in tutto,
potranno consultare quei documenti. “Troverete la mia vita disegnata su queste
carte. Ci troverete il vostro futuro” sentenzierà il grande Saccherio….
Pubblicato
per i tipi di Arkadia nel 2018 e recante in copertina la riproduzione del
bellissimo dipinto di Sergio Fiorentino, La
presunta vera storia di Giulia e Giulio si presenta, già dalle prime pagine,
come un romanzo in grado di catturare l’attenzione del lettore, facendolo
immergere, piano piano, in una vicenda intricata e costruita abilmente.
Ambientato in un futuro non troppo lontano, il 2032, il romanzo ci presenta un
nuovo periodo storico nel quale il passato (che, di fatto è il nostro presente)
è stato spazzato via. E parallelamente a tale analisi, vi è uno scavo profondo
nei rapporti familiari, in affetti tormentati, in mancanze, in ferite sempre
purulente. Un viaggio, tortuoso, nell’infanzia dei due gemelli. E, passo dopo
passo, con una tensione crescente, scandita da quelle giornate nel bunker
paterno, prenderà vita un quadro dalla tinte fosche. Follesa è bravo nel
regalarci dosi sempre crescenti di inquietudine, con una gradualità dosata,
come uno stillicidio che mantiene sempre viva l’attenzione. Ha molte facce
questo romanzo, come la verità che mai è un blocco uniforme e compatto e, di
fatto, pone una lunga serie di quesiti. È presente un’analisi del potere nelle
sue mille sfaccettature - esiste, alla fine un potere, che sia anche buono?
Forse potere e giustizia saranno sempre destinati ad essere riposti nei
cassetti degli ossimori insuperabili. Il romanzo è anche un esame sulla verità,
sulla sua ardua ricerca e sul fatto che, alla fine dei conti, il suo
raggiungimento - o presunto tale- mai
del tutto risulta soddisfacente. Fa riflettere tanto questo libro. Sia sul
ruolo delle scelte, di certe scelte, soprattutto politiche, quelle che spesso,
con il tempo, perdono di senso e delle quali si smarrisce il filo originario
che le ha fatte sviluppare. Sia, infine, su quella che è la situazione politica
attuale, su quella che è stata e su quella che sarà. E Follesa non pare
regalare speranze: difficile vedere spiragli di luce quando il buio è divenuto
parte integrante di noi stessi. Nel chiudere il libro tanta amarezza, senso di
impotenza, sensazione che tutto pare destinato a ripetersi solo con volti e
nomi diversi, ma che tutto, in fondo, rimanga uguale. Ottimo romanzo, ottima
caratterizzazione dei personaggi, ricco di contenuti che non dà risposte, ma ci
fa porre tante domande, il tutto con uno stile scorrevole, pulito senza
sbavature. Leggerlo è un’esperienza.
Articolo già pubblicato nella rivista Làcanas
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