Scosse
Titolo: Terre di latte
Autrice: Giuseppina De Rienzo
Editore: Manni
Anno: 2018
Genere: Romanzo
Pagine: 206
Antonia e Andrès, sono due fratelli che hanno quasi raggiunto la sognila
dei quarant’anni, insieme in viaggio verso l’Irpinia, là dove si trovano le
loro radici. La terra nella quale hanno vissuto fino all’adolescenza. Quella
terra di latte devastata dal terremoto del 1980. La terra della nonna Tonia che
si occupò di loro. Alla guida Andrès che rallenta quando si trova davanti il
tabellone con la scritta Irpinia. Quello è l’ingresso per un altro mondo, pensa
Antonia. Tornano in quei luoohi che li hanno visti crescere, divenire
adolescenti per svuotare i la casa della loro infanzia, la casa dove hanno
vissuto i loro genitori prima della loro tragica e letale caduta, in auto, in
un dirrupo che li ha risucchiati, dopo un volo da un cavalcavia. Morti insieme, quei due, uniti fino alla
fine. E i loro due figli rimangono orfani.
Soli. Ma incatenati tra loro. Fortemente uniti da un amore immenso, forte, quasi sensuale,
tale da sfuggire a qualsiasi ordinaria o conosciuta definizione, perché “uniti
da onde invisibili agli altri”. Un legame che ha sede nell’anima, profondamente
silenzioso perché non aveva mai avuto bisogno di parole.
Terre di latte
dell’autrice napoletana Giuseppina De Rienzo è un romanzo pubblicato nel
2018 tutto incentrato sul tema delle origini, o meglio del ritorno alle stesse.
Il ritorno alla terra d’origine, l’Irpinia, nella quale, è sepolto il passato,
i ricordi, i pesi e le gioie di qualcosa che non potrà più tornare. Con una
prosa raffinata, a momenti lirica, l’autrice ci trasporta nel mondo dei due
fratelli protagonisti con un’analisi, accurata e tagliente, del loro animo,
delle loro fragilità, delle loro paure. Più che un’analisi quello che compie
l’autrice è uno scavo profondo, operato con una non comune sapienza e
delicatezza. È un romanzo che dà la stura a numerose riflessioni su temi
centrali di ogni esistenza: la morte, la vita, l’infanzia, i legami familiari.
Le parole della De Rienzo si muovono in un equilibrio tra dolcezza e amarezza,
in terre di latte nel quale il prima e il dopo si confondono mescolandosi con
“l’adesso” di Antonia e Andrès, con le loro paure, le loro scelte, forse
sbagliate. È tutto un bivio. Fare ancora l’attore, per Andrès, o tornare in
Irpinia? E
lei, Antonia, col suo petto prorompente, madre pur senza figli, madre di
qualcuno, di qualcosa. Di Paolo o di Niccolò?
Una lettura interessante, un viaggio tra passato e presente, tutto senza punti
fermi. Tutto un forse. Si vive in bilico, sull'orlo di precipizi. Si cade
qualche volta. Ci si rialza qualche volta. Si attende, sempre. Qualcosa o qualcuno.
Da allattare.
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