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martedì 2 maggio 2017

LA CICALA DELL'OTTAVO GIORNO - Mitsuyo Kakuta

Madre davvero

Titolo: La cicala dell'ottavo giorno
Autore. Mitsuyo Kakuta
Editore: Neri Pozza
Anno: 2014
Traduzione: Gianluca Coci
Genere: Romanzo
Pagine. 288

Un viaggio intorno al concetto di maternità. Chi è madre veramente? Sempre e solo chi partorisce un figlio? O chi, invece, pur non partorendolo quel figlio lo ama incondizionatamente? Solo l’amore conta? Uno scavo nei sentimenti umani, con tutte le sfaccettature, coinvolgente ed emozionante. Lettura interessante che apre la porta a numerose riflessioni e domande.
Una mattina una giovane donna, Kiwako, entra in casa del suo amante e, lentamente, si avvicina alla culla dove dorme la piccola Erina. La bimba è sola in casa: il suo amante si è recato al lavoro accompagnato dalla moglie. La guarda. Pensa che anche lei avrebbe dovuto avere un figlio. Avrebbe, già. Prende la bimba in braccio e avvoltala nella sua copertina decide di fuggire via. Ribattezza la bambina come Kaoru. Confusa e dispersa, in un primo momento, decide di rifugiarsi per qualche giorno da una sua cara amica. Dopo qualche giorno abbandona la casa dell’amica e si ritrova in strada senza un posto dove andare e mentre la bimba piange inconsolabilmente - forse per la fame, forse per il sonno - le si avvicina una donna che si offre di ospitarle in casa sua. Tra mille dubbi e mille domande Kiwako la segue…
E ti darò elefanti così enormi che non riuscirai a credere ai tuoi occhi e cani in fedele attesa dei loro padroni. E poi tante favole dal finale struggente e musica talmente bella da farti sospirare di meraviglia.(Pag. 168)
Mitsuyo Kakuta grande autrice di successo in Giappone, vincitrice di numerosi premi letterari  si dimostra con La cicala dell’ottavo giorno, primo suo libro tradotto in italiano, abilissima nel descrivere, con estrema finezza, i sentimenti umani  e con essi i drammi e le brutture della vita. Un romanzo tutto al femminile nel quale le figure maschili risultano ai margini e dotate di forte carica negativa e caratterizzato dal susseguirsi di sentimenti diversi, ma tutti dotati di intensa forza emotiva: desiderio di maternità, amore, odio, vendetta, speranza.Una penna forte quella della Kakuta che riesce non solo a tenere incollato il lettore alle pagine (e questo sarebbe già abbastanza), ma che dà la stura a numerose domande e a interessanti, e talora difficili, spunti di riflessione poiché riesce, quasi inavvertitamente, a far venire meno quella netta linea di demarcazione tra il bene e il male. 


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