Non solo tette
Titolo: Grande
seno, fianchi larghi
Autore: Mo Yan
Editore: Einaudi
Anno: 2006
Pagine: 899
Traduzione: Giorgio
Trentin
Genere: Romanzo
Un
romanzo di ampio respiro, impegnativo e non solo per la mole. Una saga
familiare che è anche la storia della Cina e cattura, affascina e appassiona. Un abile narratore Mo Yan capace di usare con maestria le parole per creare immagini, suoni e profumi. Ottima lettura.
Nella
provincia orientale dello Shadong, in un villaggio rurale nei pressi di Gaomi, la
giornata si presenta ricca di eventi. Innanzitutto, Shangguan Lu sta per
partorire e nella sua famiglia ci si augura che, dopo sette femmine, il
nascituro sia finalmente un maschio inoltre, durante il travaglio, è giunta la
notizia che annuncia l’imminente arrivo dei diavoli giapponesi. Ma questi
eventi, per la famiglia Shangguan, sono ben poca cosa rispetto all’altro parto
che si sta svolgendo con molte difficolta nella stalla vicina: quello
dell’asina nera. Alla fine, Shangguan Lu riuscirà a partorire due bimbi: una
femmina affetta da cecità e il tanto agognato maschietto che sarà chiamato
Jintong, il bimbo d’oro, il bimbo dai capelli biondi nato da una relazione
clandestina di sua madre con il prete svedese Ma Luoya…
Attraverso
la storia della famiglia Shangguan il premio Nobel 2012, Mo Yan, disegna una
saga familiare che ripercorre quasi tutto il XX secolo della storia cinese:
dalla società feudale degli anni trenta, all’invasione giapponese, a Mao fino
all’odierno capitalismo. Al centro della
narrazione è la figura di Shangguan Lu, descritta dalle parole di Jintong che è
voce narrante, la quale rappresenta la Madre capace di infondere non solo l’afflato
vitale, ma anche e, nonostante tutto, di proteggere, di dare nutrimento e
combattere una lotta quotidiana per la sopravvivenza dei suoi figli. Una figura
quasi monumentale alla quale fa da contraltare Jintong, personaggio bizzoso e
viziato, morbosamente legato al seno materno fino all’adolescenza e chiuso nel
suo continuo – e quasi unico- impegno a soddisfare i suoi bisogni egoistici.
Con uno stile che mescola abilmente realismo, crudezza e aspetti tragici con
toni grotteschi e quasi poetici se non magici lo scrittore cinese dimostra le
sua grandi doti affabulatorie grazie anche al lessico ricco e variegato e la certo
non comune capacità di rendere quasi tangibili le immagini, acuti e talora
gravi i suoni e inebrianti i profumi delle storie narrate.
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