Brutta gente
Titolo: Favola in bianco e nero
Autore: Mauro Corona
Editore: Mondadori
Anno: 2015
Pagine: 93
Genere: Racconto
Si chiama favola, ma si legge invettiva.
Un Mauro Corona cattivissimo e, al tempo stesso,
verissimo.
Brutta gente nel mondo. Brutti i pensieri, le azioni e
le omissioni.
Avvenne tutto di sera in quello stesso paesino di
montagna nel quale, due anni prima, la signora Leonida aveva notato l’assenza
del Bambino Gesù. Ma questa volta è un po’ diverso: dando uno sguardo al
presepe si nota che i Bambin Gesù son ben due.
Uno bianco e uno nero: con le braccine tese quasi a volersi tenere per
mano. Ovvio che quei due non possano stare insieme. I razzisti si inalberano e,
nell’immediato, tentano di rimuovere il
bambino color cioccolato, ma quello riappare. Anche i non razzisti, che in
pubblico parlano di amore universale, di pace e fratellanza, nel segreto delle
loro dimore, tentano di eliminarlo: o a martellate, se la statuina è di gesso
oppure cercano di bruciarlo nella stufa, se è di legno: ma non serve, il
bambino riappare subito dopo. Bisogna adottare soluzioni drastiche dicono i più
decisi e, così, ricorrono alla magica dinamite per far saltare in aria le case:
ma il bambino nero riappare, stavolta nelle loro tasche. La questione investe
tutti i media nonché tutte le categorie di “esperti e cercatori dell’inutile”,
ma nulla cambia. Naturalmente intervengono i Grandi del mondo per arrivare,
dopo estenuanti sedute, a una conclusione: la necessità di verbalizzare, e, con
atto pubblico, l’impossibilità di
separare i due. Ma, si sa bene “grandi del pianeta, soluzioni bonsai”. Che fare
allora?...
Non si pensi di trovare in questa favola i boschi e i
paesaggi delle montagne ertane, i cieli nevosi e l’aria pura. No, niente di
tutto questo. Questa è una favola cattiva che assume i toni dell’invettiva.
Corona, con l’immagine di due Bambin Gesù, di cui uno colorato, affonda la sua
penna tagliente e decisamente arrabbiata nelle pecche dell’umanità che, di
fatto, ha ben poco di umano “oramai l’esistenza
di noi umani è disumana” dirà a un certo punto con amara consapevolezza.
Perché l’uomo è egoista, vendicativo e tremendamente ipocrita. Ipocrisia che
pare enfatizzarsi nel periodo natalizio dove c’è quasi -per quel male terribile
che è il buonismo- la necessità abusare di belle parole: tutte finte, non
sentite, sia chiaro. Perché, appunto, così dev’essere, perché è Natale. Non
amiamo i nostri vicini, le disgrazie dei nostri amici ci rendono felici come
ebbe a dire La Rochefoucauld, non accettiamo i diversi e i fatti recenti legati
al fenomeno dell’immigrazione, al quale le parole di Corona inevitabilmente
richiamano, lo dimostrano chiaramente. Perché noi siamo la guerra, amiamo la
guerra e la vogliamo. E se il suo scopo dichiarato era quello di scrivere una
fiaba cattiva sul Natale “perché il
Natale è una festa cattiva dove si scoprono i cattivi che fanno i buoni”, diciamo
che c’è riuscito benissimo.
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